Sony non ne fa mistero. Tutt’altro, ne è ben consapevole: l’ecosistema PlayStation deve il suo successo a due fattori fondamentali. L’essersi interamente e completamente concentrata sui videogiocatori, nonostante la continua rincorsa alla multimedialità e alla convergenza, e l’aver investito, senza badare a risparmi, su un marketing originale, coraggioso, persino sfacciato. Due precetti su cui si è fondato un credo inaffondabile, che ha superato, praticamente intatto, anche i momenti più difficili: quelli legati a un settore portatile che tutt’ora fatica a imporsi globalmente e ai primi, difficilissimi, mesi di PlayStation 3, imprigionata e appesantita da quel Cell che avrebbe dovuto cambiare per sempre le architetture di console e PC di successiva generazione.
Al venticinquesimo piano della Diamond Tower a Milano, mentre dalle vetrate ci godevamo la vista di una metropoli che mescola senza soluzione di continuità scorci medievali ad altri che sembrano rubati alla Neo Tokyo di...
Venti candeline per Playstation, da semplice periferica per Super Nintendo a fenomeno culturale dilagante
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