Annunciato il 9 marzo 2022 durante uno State of Play di Sony, The DioField Chronicle ha lasciato interdetti un po’ tutti. Una sensazione abbastanza normale quando si parla di una nuova IP, priva di quella forza che fa gridare i fan all’annuncio di un nuovo capitolo del proprio franchise preferito. Eppure l’opera sviluppata da Square Enix e Lancarse sembra avere tutte le carte in regola per conquistare il pubblico. Un gameplay strategico in stile Final Fantasy Tactics, il character design di Taiki (Lord of Vermilion) e il supporto artistico di Isamu Kamikokuryo, autore celebre per aver lavorato a Final Fantasy XII e Final Fantasy XIII.

Passano i mesi e Square Enix non sembra puntare molto su The DioField Chronicle. Pochi trailer, poca copertura mediatica e, in generale, la software house nipponica preferisce concentrarsi sui grandi nomi in arrivo nel 2023. Una scelta che, dopo aver potuto testare con mano il titolo in questione, non sappiamo davvero spiegarci. Abbiamo passato le ultime settimane a combattere numerose battaglie nel Regno di Alletain, scoprendo le sfumature di un’opera che avrebbe meritato tutt’altro trattamento.

Se siete curiosi di scoprire il motivo della nostra passione per questo particolare titolo non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione.

UN IMPERO IN GUERRA

La storia di The DioField Chronicle ci mette nei panni di Andrias Rhondarson, un combattente a capo del gruppo noto come Blue Foxes. Al suo fianco troviamo il suo amico d’infanzia Fredret Lester, l’arciere Iscarion Colchester e il mago Waltaquin Redditch. Il team, insieme alle unità che sarà possibile reclutare nel gioco, si troverà a dover combattere per riportare l’ordine sull’isola di DioField, in preda al caos della guerra.

Il titolo sviluppato da Square Enix e Lancarse non vanta la potenza narrativa di un Final Fantasy, ma fa di tutto per raccontare l’evoluzione di un conflitto all’interno di un regno fantastico. La sensazione che si prova giocando a The DioField Chronicle è quella di star vivendo un gigantesco manuale di storia, con la possibilità di affiancarci ai personaggi che modellano l’evolversi degli eventi. La caratterizzazione dei vari eroi nei quali ci imbatteremo è infatti meno importante della narrazione stessa, lasciando alle missioni secondarie lo scopo di approfondire la psicologia dei vari personaggi. Una scelta che ci sentiamo di promuovere solo parzialmente, dato che si fatica ad appassionarsi alle loro vicende.

Questo è leggermente meno problematico nella seconda metà dell’avventura, dove i nodi vengono al pettine e si nota una maggior coesione nel racconto. Il problema è che, a quel punto, il giocatore medio sarà probabilmente disinteressato all’evolversi degli eventi.

The DioField Chronicle

UNO STRATEGICO DI RUOLO

Arriviamo quindi a quello che è il reale punto di forza di The DioField Chronicle: il gameplay. Il titolo prodotto da Square Enix mescola elementi provenienti dagli strategici in stile Fire Emblem, con gli RTS di stampo occidentale. Il risultato è un titolo che non suddivide l’area in caselle all’interno delle quali calcolare le proprie mosse, ma lascia maggior libertà di movimento al giocatore. Giocatore che potrà muoversi all’interno di un determinato spazio, attaccando i propri nemici o interagendo con l’ambiente in stile Rome: Total War. Il tutto, però, potendo accedere a una pausa tattica per decidere come procedere e quali azioni far compiere ai propri personaggi.

Questo stile di gioco si sposa alla perfezione con la presenza di un ridotto numero di unità sul campo di battaglia. Una volta mosse le truppe, infatti, si passa la maggior parte del tempo a combattere con esse attraverso differenti abilità uniche, approfittando così di uno stile di combattimento molto più vicino ai giochi di ruolo orientali. Queste abilità sono suddivise per tipologia di unità e spaziano da spettacolari azioni corpo a corpo alle magie, passando anche per le evocazioni in pieno stile Final Fantasy.

Partita dopo partita, le avventure di Andrias e dei suoi amici entrano sempre più sottopelle, spingendo il giocatore a potenziare le proprie truppe e a dare vita alla propria personale task force in difesa di DioField.

The DioField Chronicle

BENE, MA NON BENISSIMO

Vorremmo poter elogiare il comparto grafico o quello sonoro di The DioField Chronicle, ma la verità è che siamo di fronte a un prodotto nella media sotto il profilo tecnico. L’estetica dei personaggi appare abbastanza derivativa, mostrando i muscoli solamente nel design di alcune creature e delle evocazioni, che riserveranno qualche sorpresa per i fan delle produzioni Square Enix. Visto l’ottimo lavoro dei concept artist, infatti, avremmo preferito che lo stile dei disegni 2D emergesse maggiormente dai modelli 3D. Estremamente leggibili, invece, la mappe di gioco, pur senza brillare per innovazione o carisma. Lo stesso si può dire della colonna sonora, che accompagna le vicende, ma si fa dimenticare non appena spenta la console. Chiudiamo, infine, evidenziando l’assenza di sottotitoli in italiano, mancanza che potrebbe scoraggiare i meno avvezzi alla lingua d’Albione.

The DioField Chronicle non è un titolo perfetto, ma è un titolo con una chiara identità. L’intenzione di raccontare la storia di un regno da parte di Square Enix e Lancarse si sposa ottimamente con un gameplay unico e sempre più stratificato mano a mano che si prosegue nell’avventura. Certo, avremmo preferito affezionarci anche ai personaggi e un comparto tecnico meno generico, ma non si può sempre avere tutto. La verità è che se siete alla ricerca di un RTS, ma avete anche voglia di un gioco di ruolo orientale, questo è il titolo che state cercando. Un titolo che avrebbe senza dubbio meritato maggior pubblicità da parte della software house nipponica e che speriamo riesca comunque a conquistarvi almeno quanto è riuscito a conquistare noi.

VOTO7.5
Tipologia di gioco

The DioField Chronicle è un gioco di ruolo che mescola combattimenti in stile Fire Emblem con meccaniche provenienti dagli RTS occidentali.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su PlayStation 5 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher.