Sul set di Victor – La Storia Segreta del Dott. Frankenstein (in originale semplicemente Victor Frankenstein), a marzo di due anni fa, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Daniel Radcliffe in compagnia di giornalisti provenienti da tutto il mondo.

L’attore, celebre per il suo ruolo nella saga di Harry Potter, ci ha parlato del perché abbia accettato il ruolo di Igor, del suo legame con il regista Paul McGuigan e di cos’è che rende questa nuova rivisitazione del romanzo di Mary Shelley diversa dalle altre.

La pellicola, ricordiamo, sarà nelle sale italiane tra pochi giorni, il 7 aprile. Nel frattempo, ecco il resoconto del nostro incontro.

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Questo sembra un ruolo molto diverso da quelli che hai interpretato, si può dire che è la cosa che più ti ha attratto del progetto? 

Immagino che tutti gli attori lo facciano, tutti quelli che ammiro almeno… basta pensare al lavoro di James McAvoy, che è così vario. Mi piacciono i ruoli che richiedono una trasformazione fisica, adoro lavorare con il trucco. Quello che sto indossando in questo momento, ad esempio, è il trucco più pesante che mi abbiano mai messo. Credo che alla maggior parte degli attori piaccia guardarsi allo specchio senza riconoscersi.

Si può dire che Igor sia la prima creazione di Victor Frankenstein prima del Mostro?

Victor lo salva e poi lo plasma, sì. Gli regala una nuova identità con un nuovo aspetto fisico. È importante stabilire un legame tra i due perché Victor nel corso del film lo tratta così male che lo spettatore deve chiedersi: “Ma chi glielo fa fare?”. Alla fine del film Victor prende così tanto le distanze da tutti che Igor è l’unico che potrebbe tentare di salvarlo.

Hai dato uno sguardo alle altre iterazioni di Igor del passato? 

Oltre a quelle che ho visto crescendo, Marty Feldman è credo l’incarnazione che più mi è rimasta impressa. Tra l’altro non è la prima volta che interpreto personaggi già celebri, mi è già successo con Equus, con How to Succeed in Business…e così via. Mi preoccupo sempre del fatto di lasciarmi influenzare troppo, specialmente in questo caso dove si tratta di una rivistazione molto fresca di Igor. E poi sono un imitatore orrendo, perciò ho cercato di farne una versione tutta mia, senza scimmiottare Marty Fedlman.

Cosa puoi dirci delle scene d’azione con James Mcavoy?

Durante la mia carriera ne ho girate un mucchio, e mi sento abbastanza sicuro da dire che metà dell’energia per le scene di carattere più fisico la si usa per entrare in sintonia con l’altro. Molti attori non vogliono farsi male, ma io e James avevamo fiducia reciproca e ce l’abbiamo messa tutta. Lui ha dato tutto se stesso, infatti mi ha fatto prendere delle belle botte. Credo di essere stato la più grande vittima che lui abbia mai avuto sul grande schermo, o almeno mi piace pensarlo.

Il primo giorno di riprese abbiamo girato la stessa scena per ore e ore: lui che mi sbatte contro un muro. James ha questa straordinaria abilità di far sembrare il mio impatto contro una superficie così violento, quando in realtà è lui che si fa carico di quasi tutto il colpo. Quel momento è servito per stabilire l’atmosfera: da lì in poi è stato tutto in discesa.

Di Frankenstein sono arrivate moltissime versioni sia al cinema che in tv. Perché questa è diversa? 

Prima di tutto è narrato dal punto di vista di Igor, quindi abbiamo cercato di dare spazio e profondità a un personaggio che in altre iterazioni era considerato nient’altro che una spalla comica. Una delle più grandi differenze di questo film, poi, è quando il Mostro viene creato, perché è una cosa che succede non prima dell’ultimo atto. Quindi è una storia che ruota di meno attorno al mostro e più attorno al rapporto tra i due protagonisti.

Igor è un personaggio in perenne conflitto: Victor lo salva da una vita decadente e Igor si sente in debito con lui, solo che poi lo scienzato inizia a crollare. Tutto inizia con lui dotato delle miglior intenzioni, vuole creare la vita e fare qualcosa di incredibile per cambiare il mondo, ma poi l’ego di Victor prende il sopravvento e diventa una questione di “fin dove posso spingermi? Cosa posso fare con le mie uniche capacità?”. Igor ha la possibilità di rendere il mondo un posto migliore, una cosa che mai avrebbe immaginato di poter fare, quindi è davvero emozionato all’idea. Il problema è che deve trovare il coraggio di tenere testa a Victor e dirgli di fermarsi: a tutto c’è un limite.

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Sembra che la luce e l’oscurità non siano così distinte in questo film… 

Il film gioca con un po’ con l’idea di buoni e cattivi. Victor è un eroe per Igor, è affascinante, carismatico, ma anche pericoloso e folle. Il suo fascino conduce il pubblico dalla sua parte, ma in realtà è un uomo che gioca un po’ troppo a fare Dio.

Dall’altro lato abbiamo Turpin, interpretato da Andrew Scott, che rappresenta l’antagonista di Igor e di Victor perché dà loro la caccia nel corso del film, ma si tratta in realtà di un personaggio in cui è perfettamente possibile immedesimarsi. Non si può dire assolutamente che sia cattivo solo per il gusto di esserlo.

Segui la serie tv Sherlock? Come hai conosciuto Paul McGuigan? 

Oh, sì! In effetti c’è un legame molto bizzarro tra me e Paul. Mio padre è diventato suo agente dopo che Paul ha diretto “The Acid House”, quindi si conoscono da tanti anni, e io ho fatto il provino per Harry Potter grazie al film di Paul “Gangster nº 1”. Era prodotto da Norma Heyman, madre di David [produttore dei film di Harry Potter]. Insomma, c’è sempre stato questo legame pazzesco, ma non l’ho mai incontrato. Ho accettato la parte in Victor Frankenstein prima che lui fosse ingaggiato come regista perché lo script mi era piaciuto tanto.

Quando Paul si è unito alla produzione ha apportato un vero senso del pericolo e della minaccia. Lo script alludeva a un “pericolo da film”, nel senso che si capiva che tutto alla fine sarebbe andato per il meglio e Paul non voleva. La minaccia doveva sembrare reale, la violenza doveva essere cattiva, Paul ha reso tutto più realistico.

Si sente il peso del PG-13?

Ci stiamo spingendo più in là che possiamo, anche se in termini di atmosfera non puntiamo all’horror. Ci sono però alcune cose davvero disgustose. Non posso parlarne nel dettaglio perché non voglio anticipare nulla, ma ci sono un paio di creazioni e una nello specifico – un prototipo di una che poi faremo – che è davvero cruda. E poi c’è una scena da voltastomaco, che è quando passo da gobbo a non gobbo. È davvero schifosa, posso solo dire che c’entra il pus. È stata una di quelle scene che i produttori volevano rendere meno nauseante, ma noi e Paul ci siamo opposti. Il film sarà anche PG-13, ma tratta di corpi e di scienza, di muscoli. Bisogna pur mostrare qualcosa di vero.

Quanto è cambiato lo script nel corso della pre-produzione? 

Paul è un regista che coinvolge parecchio. Io e James abbiamo partecipato a una settimana di prove e abbiamo dato voce a tutti i nostri dubbi, spiegando cos’è che per noi non funzionava. Max Landis ha uno stile particolarissimo che si riconosce in ogni pagina del copione, ma c’era un problema secondo me: Igor e Victor parlavano praticamente allo stesso modo, che è il modo di parlare di Max (Max è molto loquace). La cosa andava benissimo per Victor, ma Igor non ha avuto lo stesso passato, non ha ricevuto la stessa istruzione, quindi risultare così prolisso mi sembrava un errore.

Oggi come oggi è difficile trovare progetti di una certa rilevanza e un certo budget senza che ci sia già in programma un sequel. Nel vostro caso?

Non ne ho idea. Se questo film avrà successo, ne potremmo parlare. Nello script all’inizio c’era un finale in stile “ci sarà un sequel”. Io e James ci siamo opposti, volevamo concentrarci solo su questa storia. Mi sono divertito tantissimo, quindi mi piacerebbe, ma ci sono così tante cose che dovrebbero succedere perché diventi realtà.

 

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BadTaste.it sul set di Victor – La Storia Segreta del Dott. Frankenstein

Il film è uscito il 25 novembre 2015 negli Stati Uniti, uscirà il 7 aprile 2016 in Italia.

A produrre la pellicola la Twentieth Century Fox e la Davis Entertainment che hanno già alle spalle il successo del thriller low budget Chronicle, che, proprio come Victor Frankenstein, è stato scritto da Max Landis.

SINOSSI – James McAvoy è Victor Von Frankenstein e Daniel Radcliffe è Igor in questa rivisitazione unica e mai vista del classico del 19° secolo scritto da Mary Shelley. Raccontato dal punto di vista di Igor, il film ci mostrerà le origini problematiche e oscure dell’assistente, la sua redentrice amicizia con il giovane studente di medicina Victor Von Frankenstein e la storia di come sia diventato il testimone dell’ascesa di Frankenstein a uomo – e leggenda – che conosciamo oggi.

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