Leggi la recensione di Francesco Alò

C’è chi sostiene che i film di Michael Bay siano la morte del cinema, definizione della quale il regista di Los Angeles in genere ride guardando le montagne di milioni di dollari generate dalle proprie pellicole. Il franchise di Transformers, in particolare, ha contribuito a creare una forte divisione tra chi detesta Bay e chi invece si gode i suoi film (difficile però inscrivere questa attività nella categoria del guilty pleasure, vista l’ambizione infusa dal regista stesso nei suoi prodotti).

Giunti al quarto capitolo della saga non si può non entrare in sala con la consapevolezza di ciò che si andrà a vedere: il cosiddetto Bayhem, un vero e proprio cocktail di esplosioni, effetti visivi e fotografia molto satura e ben curata. Il tutto, questa volta, per una durata ben ben 165 minuti e con l’aggiunta di parecchio minutaggio girato con le nuove cineprese in Digital IMAX 3D (almeno ...