Il Viaggio
di Nick Hamm
30 marzo 2017
Era il 2013 quando Locke, firmato dal britannico Steven Knight, approdò al Festival di Venezia, raccontando il viaggio interiore di un uomo attraverso l’immediata metafora di un tragitto Birmingham-Londra, narrato in tempo reale attraverso la maestosa performance di Tom Hardy. Quest’anno, in laguna approda – fuori concorso – un’opera che, sebbene diametralmente opposta nelle premesse, ha con il film di Knight più di un punto in comune: trattasi di The Journey di Nick Hamm, già autore di The Hole e Killing Bono.
Stavolta, il road movie più avvincente del festival – lontano anni luce dalla statica inconsistenza del nostrano Questi giorni – vede protagonisti due personaggi desunti dal reale, di peso specifico molto superiore rispetto al travagliato capo cantiere Locke: nel claustrofobico abitacolo, guidati verso Edimburgo da un giovanissimo autista (Freddie Highmore) con qualche segreto di troppo, s’incontrano e si scontrano Martin McGuinnes...
Si affida al talento istrionico di Timothy Spall e Colm Meaney il road movie politico The Journey, che romanza lo storico accordo tra i leader irlandesi Ian Paisley e Martin McGuinness durante un viaggio in macchina verso Edimburgo
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