Da quando è diventato il nuovo Presidente e CEO della Paramount nello scorso mese di Jim Gianopulos si è trovato già in partenza a dover gestire una bella gatta da pelare: fra i grandi studios hollywoodiani, la Paramount è la realtà che se la passa peggio in termini d’incassi da ormai qualche anno.

Qualche speranza era riposta in Madre! di Darren Aronofsky, pellicola che però è stata accolta in maniera fredda al Festival di Venezia e al box office americano tanto che la stessa dirigenza della major è dovuta intervenire ufficialmente nel merito della questione difendendo pubblicamente il film, definito come audace e coraggioso (maggiori dettagli in questo articolo).

Fra le poche certezze c’era l’accordo che, dal 2006, la lega a J.J.Abrams, un contratto che frutta al filmmaker ben 10 milioni di dollari l’anno per la supervisione e lo sviluppo di lungometraggi. Un vincolo al quale già al tempo di Star Wars: Il Risveglio della Forza era stato concesso uno “strappo alla regola”. Malgrado la furia dell’ex Presidente dello studio Brad Grey, era fondamentale per l’azienda non perdere una gallina dalle uova d’oro come Abrams e proprio per questo la ditta si era assicurata che il film che il filmmaker avrebbe girato post The Force Awakens sarebbe stata proprio un’opera targata Paramount.

Poi il dramma.

Dopo il divorzio fra la Lucasfilm e Colin Trevorrow, la prima aveva tutto l’interesse possibile e immaginabile a evitare settimane e settimane di speculazioni internettiane sul “Chi dirigerà Star Wars 9?” ed è quindi andata a colpo sicuro ribussando alla porta di Abrams e offrendogli la “seconda occasione della vita”: tornare dietro alla macchina da presa del nono Star Wars. A Hollywood, si sa, i contratti non rispettati vengono fatti pagare a suon di penali salatissime, ma nel caso di J.J.Abrams ci sono svariati “però” che potrebbero portare la Paramount una linea d’azione eccessivamente bellicosa.

Tanto per cominciare c’è la necessità oggettiva di non pregiudicare il rapporto con uno dei filmmaker più affermati e di successo sulla piazza. Uno che da Mission: Impossibile a Star Trek passando per il Cloververse e Super 8 ha firmato, come regista o produttore, alcuni dei maggiori successi realizzati dalla major negli ultimi 10 anni.

C’è poi il fattore “buon vicinato”. Mettere i bastoni fra le ruote ad Abrams significherebbe alienarsi le simpatie dell’agenzia di gestione talent che lo segue, quella CAA (Creative Artists Agency) che in quel di Hollywood gestisce i nomi più importanti dell’industria, e realtà rivali quali la Lucasfilm, la Disney e mogul come Steven Spielberg. Quest’ultimo, pur non essendo direttamente coinvolto nelle faccende della Casa di Topolino e della ditta fondata da George Lucas, ha avuto un ruolo di primo piano nel convincere l’amica di vecchia data Kathleen Kennedy a ingaggiare J.J.Abrams come regista di Star Wars: Il Risveglio della Forza. Sarebbe poco saggio infastidirlo.

Secondo l’Hollywood Reporter è quindi altamente probabile che il colosso di 5555 Melrose Avenue farà valere le proprie ragioni con la Lucasfilm, accontentandosi però di quelli che nell’industria del cinema sono l’equivalente dei proverbiali bruscolini per noi comuni mortali. Il magazine parla scrive “the payment is said to be a one-time shot of less than seven figures”: in buona sostanza, l’assenza per almeno due anni di Abrams dagli affari dello studio verrà ripagata con una cifra inferiore ai dieci milioni di dollari, anche se una fonte interna alla major afferma che si tratta di numeri più alti.

Insomma, a prescindere dall’importo, la Paramount sarà gioco forza costretta ad attendere il ritorno di Abrams per non perdere delle rosee prospettive di incassi futuri.

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