Dietro al progetto Beyond The Sun, il primo film di finzione ad includere il Papa nel ruolo di se stesso, c’è la Ambi Pictures di Andrea Iervolino e Monika Bacardi. La società di produzione italiana che lavora in America ha ideato e prodotto il film devolverà in beneficenza tutti i proventi del film una volta ripagato il proprio budget, a favore di una organizzazione che si occupa di sfamare bambini in Argentina.

Presentato nella sezione Alice Nella Città della Festa Del Cinema di Roma, Beyond The Sun uscirà al cinema a dicembre in un primo tempo solo di mattina per le scuole. Gli istituti che lo desiderassero potranno richiedere una proiezione nel cinema più vicino tramite la sezione cineschoolday del loro sito Ambi media. Inoltre sarà messa a disposizione degli studenti che parteciperanno alle proiezioni una borsa di studio (l’entità è da determinarsi) assegnata a quello che si distinguerà di più nei 30 giorni successivi alla visione del film.
A gennaio poi il film avrà una distribuzione regolare e dopo quella farà il consueto percorso di video on demand, pay tv, free tv ecc. ecc.

Alla Festa Del Cinema abbiamo avuto la possibilità di intervistare Andrea Iervolino e Monika Bacardi.

Intorno a questo film sono sorte alcune leggende metropolitane che vorrei smentire con il vostro aiuto. La prima è che siate arrivati al Papa non tramite i consueti canali del Vaticano ma per via di con un contatto personale, cioè che abbiate direttamente sentito il pontefice, è vero?

AI: “Questo film nasce da collaborazioni che il Papa aveva in Argentina prima di diventare Papa, collaborazioni sociali e umanistiche legate ai bambini. Il progetto nasce grazie a queste persone che abbiamo in comune e che già lo conoscevano, poi è arrivato il coinvolgimento del Vaticano. Pensa che ero a Los Angeles quando ho ricevuto la telefonata che mi proponeva il film, mi pareva troppo bello per essere vero”.

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Papa Francesco e Andrea Iervolino

Altra leggenda: è vero che il soggetto è stato scritto dal Papa stesso?

AI: “Il Papa ha assolutamente partecipato all’idea. Il suo spunto era di raccontare di Gesù e di Dio attraverso i vangeli e di coinvolgere i bambini. L’idea parte da una condivisione con lui. Ma la preproduzione è stata lunghissima. Noi alla AMBI siamo abituati a fare film con attori e registi che hanno vinto premi Oscar, quindi abbiamo chiamato i più grandi sceneggiatori in assoluto e abbiamo iniziato a scrivere la sceneggiatura con loro ma ci siamo resi conto ben presto che lo schema classico di un film, i canonici tre atti, non avrebbe potuto rispettare e proteggere il messaggio del film. Insomma dopo l’ennesimo premio Oscar che ci mandava uno script in cui non ci ritrovavamo, parlando con una psichiatra Graciela Rodriguez Gilio che lavorava già nel team di scrittura per lavorare sul messaggio dei Vangeli, le ho proposto di fare lei la regista. E nemmeno il modello produttivo statunitense andava bene, non è che si può dare al Papa uno script, devi costruire il resto del film intorno al suo discorso, è stato decisamente un processo non usuale”.

È evidente che il film promuove i valori cristiani e proprio per questo la presenza del Papa immagino dia all’operazione una possibilità di circolazione pazzesca giusto?

AI: “La parola affari non è nel vocabolario del film, dobbiamo fare in modo che venga visto il più possibile nel mondo, che sia distribuito nel migliore dei modi. Primo perché abbiamo la responsabilità di portare ai giovani un messaggio importantissimo, quello della fede e della spiritualità, avvicinarsi a Gesù, a Dio e alla chiesa, perché nel mondo in cui viviamo, quello dell’individualismo e dell’isolamento, dobbiamo incentivare le persone a credere nella fede e a cercare Gesù. Secondo perché dobbiamo aiutare quanti più bambini in Argentina è possibile, parliamo di bambini per i quali l’unico modo di avere del cibo è grazie alle organizzazioni di charity che hanno alle spalle”.

Quanta domanda c’è per comprare il film?

AI: “Moltissima”

Avete già chiuso delle vendite?

AI: “Uscirà in America e in contemporanea all’Italia, e poi in 120 paesi in tutto il mondo incluse la Cina e la Corea”.

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Una scena di Beyond The sun

Mi sembra di capire che voi siate credenti

AI: “Molto”.
MB: “Molto”.

Eravate anche voi sul set il giorno che si è girata la scena con il Papa nelle sue stanze?

AI: “Assolutamente sì, è stata una grandissima emozione, quando ero vicino alla videocamera e dall’altra parte vedevo il papa pensavo: “Wow questa è una cosa pazzesca”, si fa fatica a crederlo. È talmente bello, fantastico e unico essere parte di un messaggio così importante, specie per gente come noi che prega costantemente che non va in giro senza un rosario che viene direttamente dal Papa [sia Andrea Iervolino che Monika Bacardi a questo punto hanno mostrato i rosari che portano al collo e anche uno in tasca ndr] Questo invece mi viene da mia madre e ce l’ho da quando sono bambino”.

MB: “È stata una grandissima emozione e un grande piacere. Papa Francesco ha una luce negli occhi, è come se fosse santo già adesso. Tutti lo amano e devo dire che comunica con tutta la gente con il sorriso e con il cuore. È molto importante”.

Avete dovuto girare più volte la scena del Papa?

AI: “No no, non si ripete un messaggio spirituale, è quello che è, non ne possono esistere 3 versioni diverse. Abbiamo solo tagliato cose piccolissime per motivi produttivi, ma esiste una sola ripresa, un solo ciak”.

Ma magari può capitare che il discorso venga male o si confonda nel parlare o abbia delle esitazioni…

AI: “No no assolutamente”.

MB: “ Lì per lì abbiamo deciso di farlo in spagnolo proprio per agevolarlo, è la lingua con cui ha più confidenza”.

Vedendo il film ho capito che quell’unica ripresa del Papa che si vede alla fine l’avete anche tagliata e usata verso l’inizio, nella scena in cui il Papa parla ad uno dei bambini da un poster, mettendo in moto gli eventi del film. C’è stato bisogno di approvazioni per inserire quel messaggio nella finzione?

AI: “Ovviamente abbiamo consegnato un primo montaggio del film e poi di nuovo il film finito al Vaticano per l’approvazione, ci hanno dato delle linee guida e noi abbiamo fatto la nostra parte di filmmaker, assicurarsi che venisse un buon film. Dunque a livello editoriale abbiamo deciso di fare certe cose ma sempre nel rispetto del messaggio. Non è che mettendo una battuta prima o dopo lo cambi”.

MB: “Questo è un Papa molto comunicativo, che vuole dare speranza ed entusiasmo, specie ai giovani che sono il nostro futuro”

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Andrea Iervolino e Monika Bacardi

Eravate sotto pressione per realizzare bene questo film?

AI: “No, perché abbiamo lavorato a stretto contatto con monsignor Garcia, consulente del Vaticano per noi, ci ha aiutato a tenere dritta la rotta”

MB: “Siamo andati dove voleva il Papa, abbiamo cercato di fare il nostro meglio”

AI: “L’unica pressione era allontanarsi il più possibile dalla strumentalizzazione. Gli organi di stampa avrebbero potuto strumentalizzare facilmente la cosa, invece volevo far capire cosa c’è dietro questo film: fede, amore, beneficenza e charity. Viviamo in una società in cui esiste il bene e il male, noi siamo impegnati in attività umanitarie stupende e c’è chi invece queste cose non le apprezza, anzi è contro”.

Il Papa ha visto film? Avete ricevuto commenti?

AI: “Il giorno della prima in Vaticano non c’era, ma aveva visto il film prima e ci hanno consegnato una lettera scritta a mano da lui con un augurio per il film, ha detto che è un piccolo seme che fiorirà e diventerà qualcosa di più grande. Ci ha commosso molto. Inoltre stamattina, durante la conferenza stampa, abbiamo ricevuto una mail da Papa Francesco che ci faceva gli auguri e ci assicurava che sarebbe stato un successo. Ha precisato che avrebbe pregato per noi e ci ha chiesto di pregare per lui, che poi è la cosa che ha anche detto il giorno delle riprese: “Voi che fate cose belle nel mondo pregate per me”, una cosa fantastica da sentire”.

 

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