Black Panther
di Ryan Coogler
14 febbraio 2018
La storia del cinema è la storia del costume. Ovunque e soprattutto negli Stati Uniti, dove l’industria del cinema ha una potenza particolare che le viene anche da un legame particolare con la società e dalla sua capacità di intercettarla, rappresentarla e farsi specchio dei cambiamenti con una rapidità impressionante per un mezzo le cui produzioni ci impiegano più di un anno a passare da idea a sala. E più i film sono commerciali, più risentono di questi umori.
Per questo l’uscita di Black Panther invece che essere un evento di media importanza per un supereroe di seconda se non terza fascia nell’universo Marvel, è diventata un evento mediatico di grandissimo richiamo. Si tratta della prima volta in assoluto che un eroe afroamericano vive e si mostra in un contesto immerso nella cultura afroamericana. La Catwoman di Halle Berry non era un feticcio culturale nero, come non lo era Blade. Erano interpretati da attori afroamericani ma non ne rappresentavano origini e cultura. Fossero stat...
Non il primo supereroe nero, nè il primo coinvolto in un film nero, ma il primo ad avere problemi, questioni, fierezza, costumi e cultura neri. Black Panther è un caso unico
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