In vista degli Oscar l’Hollywood Reporter ha fatto due chiacchiere con Alan Robert Murray, addetto al montaggio sonoro di Joker di Todd Phillips.

Todd non voleva esagerare con i pugni e con tutti quegli effetti sonori che avrebbero reso il film poco realistico” ha commentato il due volte premio Oscar (per American Sniper e Lettere da Iwo Jima), qui alla sua decima candidatura – un record per il montaggio sonoro. “Perciò ho dovuto più che altro seguire la discesa di Arthur verso la follia. Tutto partiva normale e poi il sonoro cominciava a riflettere ciò che succedeva ad Arthur“.

Un esempio è la scena d’apertura, in cui Arthur viene tormentato da alcune persone che gli rubano il suo cartello; lui li rincorre in un vicolo e poi viene pestato. Per la sequenza Murray ha usato il suono del rombo dei veicoli con motore V8 per dare alla sequenza un’atmosfera anni ’80:

Mentre ci addentriamo nella scena, il suono della città diventa più aspro e più forte, accentuato dal suono delle sirene per sottolineare l’atmosfera minacciosa di Gotham. Abbiamo dovuto creare delle sirene che non sembrassero di New York, ma di Gotham, perciò abbiamo fuso sirene normali e sirene dal tono più europeo.

Lo stesso vale per la sequenza in cui gli uomini di Wall Street pestano Arthur in metropolitana: “Si parte con un’atmosfera normale e poi il sonoro si accentua proprio mentre cresce il tormento di Arthur“. Il vagone comincia a stridere, i treni che vanno in direzione opposta acquistano un suono più sinistro.

Tutto serviva per esaltare lo stato d’animo del protagonista, che risulta – per l’appunto – una lunga discesa nell’abisso.

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La sinossi ufficiale:

“Joker” del regista Todd Phillips è incentrato sulla figura dell’iconico cattivo, ed è un film autonomo originale, diverso da qualsiasi altro film apparso sul grande schermo fino ad ora. L’esplorazione di Phillips su Arthur Fleck, interpretato in modo indimenticabile da Joaquin Phoenix, è quella di un uomo che lotta per trovare la sua strada in una società fratturata come Gotham. Durante il giorno lavora come pagliaccio, di notte si sforza di essere un comico di cabaret… ma scopre che lo zimbello sembra essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia e crudeltà, Arthur prenderà una decisione sbagliata che provocherà una reazione a catena di eventi, utili alla cruda analisi di questo personaggio.

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