Duffy di recente ha parlato della sua storia: è stata drogata, rapita e poi violentata e pertanto ha deciso di opporsi a quello che Netflix ha definito “dramma erotico“, che in realtà “valorizza la realtà brutale dello sfruttamento sessuale, del rapimento e dello stupro“.
La storia del film polacco, tra i più visti su Netflix e diventato un fenomeno anche in Italia, si concentra su un potente boss mafioso che rapisce una donna dandole un anno di tempo per innamorarsi di lui.
“Questo non dovrebbe rappresentare intrattenimento o essere descritto e commercializzato come tale” ha scritto Duffy nella lettera. “Non riesco a immaginare come abbia fatto Netflix a non rendersi conto di quanto sia negligente, insensibile e pericoloso. Ha addirittura spinto alcune giovani donne, di recente, a chiedere per scherzo a Michele Morrone, il protagonista, di rapirle”.
Ha poi concluso:
365 giorni ha ferito molto coloro che hanno dovuto affrontare lo stesso dolore e gli orrori che questo film rende rende glamour per ragioni economiche e di intrattenimento. Quello che io e che tutte le altre persone che conoscono queste ingiustizie necessitiamo è l’esatto opposto: una storia fatta di verità, speranza e che ci dia una voce.
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