Non che vi fossero molti dubbi, ma vale la pena sottolinearlo: Barbie sta per essere bandito in alcuni paesi mediorientali, mentre in altri è stata rinviata la data di uscita per permettere alla Warner Bros. di apportare alcune piccole modifiche.

In particolare, il film di Greta Gerwig è stato ufficialmente bandito in Kuwait, che non è nuovo a queste misure, perché “promuove l’omosessualità”. In Libano, che invece era considerato più moderato fino a qualche tempo fa (nel 2017 tenne una la sua prima pride week), il ministro della cultura Mohammad Mortada ha dichiarato ieri che il film “promuove l’omosessualità e la trasformazione sessuale, contraddicendo i valori della fede e della moralità” sminuendo l’importanza dell’unità famigliare:

Il film va contro i valori morali e religiosi libanesi, e incoraggia la perversione e la trasformazione di genere incitando al rifiuto del patriarcato, oltre a ridicolizzare il ruolo delle madri

Come conseguenza, il ministro degli interni Bassam Mawlawi ha chiesto alla commissione censura (che viene controllata dal suo ministero) di dare il suo parare sul film, che quasi sicuramente porterà a un bando.

In medio oriente Barbie doveva uscire il 19 luglio, quindi in day-and-date, ma in diversi territori inclusa l’Arabia Saudita il lancio è slittato al 10 agosto e successivamente al 31 agosto, dopo che i censori locali hanno chiesto di modificare alcuni dialoghi e modificare alcuni aspetti legati ai temi LGBTQ+ presenti nel film. È una pratica comune nei paesi mediorientali, e nel caso gli studios non si adeguino alle modifiche i film vengono banditi.

Recentemente l’horror Talk to Me è stato bandito in Kuwait perché nel cast è presente una persona trangender.

In tutto questo, Barbie ha da poco superato il miliardo di dollari in incassi globali.

Fonte: Reuters

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