Dopo la presentazione in Concorso all’ultimo Festival di Venezia, e un veloce passaggio nelle sale, dal 16 dicembre è disponibile su Netflix Bardo – la falsa cronaca di alcune verità (LEGGI LA RECENSIONE), nuovo lavoro di Alejandro González Iñárritu (Birdman, The Revenant). Il film, dalla forte componente autobiografica, ha come protagonista Silverio, un noto giornalista e documentarista messicano che vive a Los Angeles. L’uomo, dopo aver ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale, è costretto a tornare nel suo paese natale, ignaro che questo semplice viaggio lo spingerà verso una profonda crisi esistenziale. In un’intervista con The Playlist, il regista ha avuto modo di parlare diffusamente del film. Vi riportiamo le principali curiosità emerse.

L’approccio di Iñárritu per Bardo

Iñárritu spiega come il suo obiettivo con Bardo non fosse raccontare tanto una storia con uno sviluppo lineare, quanto delineare un’atmosfera, un’emozione:

Fondamentalmente, questa volta, la sceneggiatura, quando stavo lavorando all’idea con Nicolás Giacobone, non doveva avere una struttura narrativa molto convenzionale. Doveva essere più un paesaggio emotivo o mentale di un personaggio in diverse sequenze libere, con diverse atmosfere e sentimenti e riflessioni che potevano essere esplorate. Quindi, in un certo senso, quello che credo sia stato l’unico centro di questo film, con la sceneggiatura o individualmente e nel suo complesso, è stata la gravità emotiva. Era il concetto di essere radicali nel raccontare la storia non da una prospettiva razionale, ma dal punto di vista inconscio del personaggio e far sentire alla gente quello che stava passando. È da lì che siamo partiti, concettualmente, per costruire l’intero progetto.

Allo stesso tempo, il regista ha cercato di non essere troppo serioso, anche nel raccontare alcune delle pagine più difficili della Storia del suo Paese:

Volevo solo mostrare un approccio emotivo di come quegli eventi hanno attraversato me o la memoria collettiva del mio Paese. E volevo riderne dell’assurdità e dell’impossibilità di arrivare a una qualche certezza su ciò che è realmente accaduto. Perché è una discussione eterna. È una ferita ancora aperta e l’unico modo per guarire il dolore e le ferite, a volte, è riderci sopra.

La scena di ballo al Salon California

Una delle scene più suggestive del film è quella in cui il protagonista balla nella sala da ballo del Salon California. Un momento molto complesso da girare:

[Volevo] creare questa atmosfera di gioia e lasciare che il pubblico si sentisse in una vera sala da ballo. Non vedere oggettivamente il cast dal punto di vista di un regista, ma essere il personaggio e condividere con lui l’emozione di essere circondato da persone, da questa musica e da tutte le parti spaziali della salsa, della kuminia, del baile, in questo momento di gioia e di colore. Avvicinarsi a questo tecnicamente per creare quell’atmosfera e offrire questa emozione. Abbiamo scoperto che l’approccio migliore, ed è stato molto doloroso, è stato quello di usare questi obiettivi grandangolari per mostrarci praticamente i 180 gradi e poi muoverci costantemente con la musica gioiosa e con le diverse emozioni.

Poi aggiunge:

Ci sono volute un paio di settimane per mettere a punto il tutto, per ottenere gli applausi, per trovare il momento giusto con tutta la musica pre-prodotta e pre-registrata, e per far sì che gli attori e le comparse centrassero l’obiettivo con estrema precisione. C’erano 800 persone in questo dancing club californiano, senza aria condizionata, senza maschere, senza protocolli. La gente tossiva, fumava, scoreggiava, ed era un inferno. Ci ha richiesto un grande sforzo fisico. Ma comunque, questo non ha importanza. Credo che l’aspetto tecnico e l’impegno siano stati enormi, ma sono stati ripagati quando abbiamo ottenuto la ripresa di cui avevamo bisogno. […] Ma ci sono volute 17 riprese per ottenere quella giusta.

Vi ricordiamo che trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

Cosa ne pensate delle parole di Alejandro G. Iñárritu su Bardo? Lasciate un commento!

FONTE: The Playlist

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