Nei giorni scorsi, Christopher Nolan ha partecipato a una proiezione speciale in IMAX 70mm di Tenet, dopo la quale è stata presentata una preview di alcuni minuti di Dune: Parte Due con una breve conversazione tra il regista e il collega Denis Villeneuve. Vi avevamo già evidenziato il paragone tra Dune 2 e un altro celebre film proposto da Nolan in quest’occasione. Qui invece vi riportiamo gli altri passaggi interessanti emersi della chiacchierata tra i due cineasti.

“Tenet è il mio film di James Bond”

La prima parte della conversazione ruota attorno proprio a Tenet, che Villeneuve pare aver molto apprezzato e su cui ha diverse domande da porre al collega. La prima riguarda l’origine dell’idea alla base del film:

Il punto di partenza è stato uno dei miei primi film, Memento. Tutto il film è narrato in una cronologia inversa, e così ho incluso una scena iniziale che va all’indietro nel tempo. L’idea mi è poi rimasta impressa nella mente: sono sempre stato interessato all’esplorare la realtà che la cinepresa ci mostra e che non possiamo vedere. È la cinepresa che fa andare il tempo all’indietro: uno degli originali effetti affascinanti di quello che la macchina da presa può far vedere. Dopo Memento, ho continuato a riflettere sulla possibilità di non creare semplicemente una storia che va all’indietro, ma letteralmente cambiare la direzione del tempo per un personaggio o un oggetto e avere due direzioni nella stessa inquadratura. Non parlare di viaggi nel tempo ma guardare al suo processo fisico. In Interstellar ho lavorato con Kip Thorne [rinomato fisico] e ho visto come le implicazioni della fisica nel mondo reale fossero più strane che nella finzione. Così l’ho richiamato per Tenet e in quest’occasione abbiamo parlato di invertire l’entropia e di immaginare cosa accadrebbe. Abbiamo pensato alle cose più semplici: sarebbe impossibile anche solo respirare…. [“o mangiare un pollo”, aggiunge Villenueve].

Villeneuve sottolinea poi come Tenet sia anche un film spionistico, con rimandi soprattutto a quelli di James Bond, che sono quasi un genere a parte. Impressioni confermate dal suo autore:

Per me, le riflessioni sul tempo sono sempre fuse a uno scenario da thriller, come in Memento: la scena iniziale rappresenta l’azione cinetica nel cinema action. Il genere spionistico è stato sempre parte di me, perché è quello che ti dà l’accesso a tutti i tropi del film action sul movimento cinetico, come sparatorie o inseguimenti in auto. In Tenet volevo esplorare l’esperienza di guardare un film d’azione o spionistico. Volevo partire da queste basi per andare su un altro livello, dare una ragione al pubblico di vedere ancora una volta un inseguimento d’auto, mostrandolo da un’altra prospettiva.

Sono sempre stato un fan dei film di Bond, dove quest’ultimo è il centro di tutto e non interessa molto della realtà del mondo di spie che gli sta attorno. Inserendo un protagonista anonimo, come nel caso di Tenet [dove il personaggio di John David Washington è appunto chiamato semplicemente “protagonista”] volevo invece portare un po’ della complessità e del linguaggio di John le Carré e del mondo reale dello spionaggio. Sono entrato in quella mitologia con l’obiettivo di creare a monte un’esperienza stilizzata di fantascienza. Usare la familiarità del pubblico nei confronti dello spy movie o del Bond movie per andare in un territorio più pazzo e diverso. Sì, con Tenet ho realizzato il mio film di James Bond.

Dune 2 Paul Chani Zendaya

“Dune 2 è un film a sé stante”

Verso la fine della chiacchierata, i ruoli si invertono: Nolan comincia a parlare di Dune 2, sostenendo di averlo visto e apprezzato molto, soprattutto per come fa immergere lo spettatore in un mondo pieno di dettagli assenti nel libro. A tal proposito, Villeneuve spiega:

Ho lavorato per tanti anni al film, anche da solo, e c’erano molte cose che volevo inserire. Alla base del film c’è il libro di Frank Herbert, che dovevo capire come tradurre sul grande schermo in un modo più cinematico possibile. Molte idee mi sono venute lavorando allo storyboard, che è come un’estensione del mio cervello. Anche quando la sceneggiatura è pronta, realizzo uno storyboard di gran parte del film, se non di tutto: è come scriverlo di nuovo e portare le cose più vicine alla macchina da presa. Poi a partire da quest’ultimo metto mano nuovamente alla sceneggiatura, perché nel frattempo molte cose sono cambiate. Sui miei set c’è una regola: lo storyboard precede la sceneggiatura e la natura precede lo storyboard. Questo significa che molte volte butto via lo storyboard e improvvisiamo con la machina da presa.

Alla richiesta poi di fornire alcune anticipazioni sulla pellicola, il regista dichiara:

Ho cercato di rendere Dune 2 un film a sé stante: è una diretta continuazione del primo ma anche chi non ha visto quest’ultimo lo può apprezzare. È inoltre un film più muscolare, con un maggior numero di scene d’azione: girarlo è stato più complicato, ma anche più divertente. Si tratta di un film di guerilla, quella che fanno Paul e Chani contro gli Harkonnen.

Per i fan, posso anche dire che sarà leggermente diverso dal libro. Quando uscì il primo volume, Herbert fu deluso da come molti consideravano Paul un eroe. Per lui era una personaggio dark in una storia di ammonimento verso le figure dei messia. Per questo ha scritto Messia di Dune, per correggere la percezione e assicurarsi che il pubblico capisse. Così, da parte mia, ho cercato di fare un adattamento vicino all’intenzione iniziale di Herbert.

Trovate tutte le informazioni su Dune: Capitolo due, in uscita il 1 marzo negli USA (il 28 febbraio da noi), nella scheda del film.

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FONTE: YT

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