La piattaforma è stata fondata in Germania, è presente in molti paesi europei, è figlia del processo di unione delle nazioni d’Europa e ora Crew United ha anche una sede italiana

Nonostante il mondo del cinema sia cambiato radicalmente negli ultimi 40 anni, quello del lavoro nella produzione e in particolare quello del set è rimasto quasi lo stesso, intaccato dai cambiamenti di internet e dalla disintermediazione che invece ha toccato tutti gli altri settori. Crew United è una delle pochissime realtà che da poco meno di 30 anni ha iniziato a introdurre dinamiche tipiche di internet nelle maniere in cui i lavoratori del set possono entrare in contatto, promuovere se stessi e, al contrario, in cui chi i film intende farli può trovare collaboratori. L’obiettivo è aumentare la cooperazione tra maestranze europee, l’esito è svicolare i soliti percorsi e filtri.

L’idea viene dalla Germania e da lì si è espansa in tutti i principali paesi europei (non a caso è sostenuto dal programma Creative Europe – MEDIA), ora insieme agli uffici italiani sono stati lanciati anche quelli in Grecia, Romania e Lituania. È una delle molte conseguenze della maniera in cui l’Italia negli ultimi dieci anni, in virtù di una regolamentazione particolarmente favorevole in termini di sgravi fiscali, fondi regionali e nazionali e tax credit ha iniziato ad attirare sempre più produzioni straniere. 

Queste infatti sono obbligate a usare maestranze locali per accedere ai benefici e spesso gli intermediari che si occupano di fare da filtro possono non essere sufficienti o non essere la soluzione adatta per tutti. Inoltre Crew United è anche un collettore di notizie sulle normative in materia di audiovisivo che sono in vigore nei singoli paesi, annunci di alloggi e tutto quello che può servire ad una produzione. L’iscrizione è gratuita e ci sono molte funzioni disponibili gratis, ma ovviamente per un utilizzo vero e serio si paga uno dei vari tipi di abbonamento a prezzo e funzioni crescenti.

Non c’è bisogno di una co-produzione (ovviamente) per utilizzare Crew United, l’idea è che accanto alle esigenze di produzioni internazionali possa rispondere anche ad un mercato del lavoro audiovisivo che va verso una grandissima specializzazione. Gli annunci e le categorie da cercare sono moltissime ed estremamente specifiche. Ad esempio anche nel campo degli attori Crew United non ha molto senso se si cercano dei protagonisti o dei volti noti ma può essere utile per districarsi nel vasto mondo delle comparse o dei caratteristi o ancora degli attori da poche pose per film. In questa maniera è possibile scegliere una crew non attingendo solo al solito bacino ma cercando anche al di là dei confini qualcosa di più specifico. 

La piattaforma funziona che ognuno costruisce il proprio profilo, lo completa con le informazioni che possono essere utili, le proprie competenze e i lavori precedenti. A partire da quello si possono cercare offerte o generare domanda, si possono esplorare altri membri di crew o anche società di produzione e post-produzione. Tutto questo era disponibile e vero anche prima che nascesse un ufficio italiano. Quello che cambia adesso è che, in maniera non diversa da quel che abbiamo visto accadere nel settore delle piattaforme di streaming, il fatto di aprire un ufficio italiano e quindi di avere referenti madrelingua che conoscono l’industria e i funzionamenti del mercato italiano, crea nuove relazioni. Vuol dire parlare direttamente con le produzioni maggiori, con le scuole, le associazioni di categoria ma anche enti e soprattutto Film Commission, che spesso sono il primo contatto per molte produzioni. 

La possibilità che una piattaforma del genere abbia un successo (cosa per niente scontata ma che se accadesse non stupirebbe nessuno) è forse uno dei primi atti concreti di mutamento professionale vero del lavoro sul set in Italia. Uno che potrebbe impostare su basi diverse il lavoro della maggior parte delle persone che sono presenti in un set.

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