La lunga crisi che sta attraversando il cinema in Italia, e che ha investito anche il mondo della cultura in generale dopo la pandemia, accende l’attenzione del settore alle elezioni politiche 2022. Il governo che guiderà l’Italia dovrà infatti fare i conti con parecchi temi caldi ed estremamente urgenti. La direzione che imprimerà segnerà i prossimi, fondamentali, anni. Per citarne un paio: bisogna rilanciare l’esercizio riportandolo a numeri vicini a quelli del 2019 e rispondere alle tante richieste del settore tra cui l’eterno dibattito sulle finestre di sfruttamento e il sempre pressante bisogno di sostegni. Soprattutto in un momento in cui anche le grandi catene cinematografiche internazionali non riescono a reggere il peso di un mercato in lenta ripresa.

Vi proponiamo di seguito un confronto delle proposte delle coalizioni in corsa. La cultura sembra riconfermarsi ancora come un tema poco caldo, non in grado di spostare voti. Nello specifico il cinema e l’audiovisivo è citato molto raramente o di sfuggita. La maggior parte dei programmi parla di cultura in senso ampio e onnicomprensivo. Ci siamo permessi di dedurre che anche il cinema rientri tra questi ambiti sottintesi. Tutti gli schieramenti concordano infatti nel considerare la “cultura italiana” come un patrimonio da preservare. Non tutti accennano però al problema dell’occupazione dei lavoratori dello spettacolo. Cambiano le discipline ad essa associate: c’è chi la fa interagire con il mondo dello sport, chi con il turismo o con la socialità e il vivere della collettività.

Sebbene dal confronto non emergono radicali differenze o tensioni tra partiti (che sono ben presenti su altri temi), ci sono però delle proposte di gestione ben differenti. Soprattutto varia il peso che il settore dello spettacolo ha nei programmi e l’integrazione con le altre proposte per il futuro dell’Italia.

Programma di Centrodestra: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi moderati

Nell’accordo quadro di programma fatto dal Centrodestra non ci sono citazioni dirette all’audiovisivo o al cinema, ma si parla ampiamente di cultura legata al made in Italy. Si cita il sostegno al mondo dello spettacolo (non è chiaro se sia solo quello dal vivo o a tutto tondo) parlando della promozione del paese e proponendo la creazione di reti di impresa del comparto turistico. 

In generale i punti sono molto stringati: “valorizzare la Bellezza dell’Italia nella sua immagine riconosciuta nel mondo”. A cui segue l’idea di utilizzare gli “Italiani all’estero come ambasciatori dell’Italia e del Made in Italy” nell’ottica di una “promozione delle nostre eccellenze e della nostra cultura attraverso le comunità italiane nel mondo”.

Due progetti che coinvolgono tutto il settore culturale e in cui (lo immaginiamo dal momento che non è esplicitato in nessun punto) ci si potrebbe avvalere del lavoro delle film commission e della forza delle immagini cinematografiche per raccontare l’Italia all’estero. 

In chiusura del paragrafo sulla cultura si accenna anche ad un: “contrasto all’esercizio abusivo delle professioni e delle attività del turismo e della cultura” senza però ulteriori aggiunte.

Programma della Lega

Oltre al programma di coalizione la Lega ha pubblicato anche un suo programma di governo dedicando un intero paragrafo all’audiovisivo. Di particolare rilevanza la citazione del gaming.

Tutela delle sale cinematografiche. Sempre maggiore attenzione al Tax Credit per gli audiovisivi (film, serie, videoclip, documentari, gaming, animazione), anche alla luce della crescente richiesta di contenuti e delle nuove sfide che ci attendono, da condividere con il settore. Potenziamento e miglior coordinamento delle Film Commission regionali per promuovere ed attrarre sul territorio sempre maggiori investimenti nazionali e internazionali. Semplificazione delle procedure autorizzative e tariffarie per le location cinematografiche nei luoghi e negli istituti di cultura statale e tramite accordi con gli Enti locali, ed anche con quelli regionali e comunali. Sostegno al Cineturismo, quale strumento fortemente attrattivo

E ancora, rispetto alla divulgazione della tradizione cinematografica:

Inserire come materia di studio l’insegnamento dell’audiovisivo nei programmi educativi, quale strumento che faciliti l’apprendimento delle materie didattiche, oltre a raccontare i mestieri del mondo che ruota attorno all’audiovisivo, dal più classico al gaming e tutte le nuove applicazioni. Istituire corsi e specializzazioni post-laurea per una formazione trasversale nel settore dei beni culturali, spettacolo, creatività e nuove tecnologie.

Idee che appaiono rilanciare i propositi contenuti nell’attuale legge 220/2016 sulla nuova disciplina del cinema e dell’audiovisivo. Il testo si proponeva infatti di sostenere ulteriori attività finalizzate  allo  sviluppo del cinema e dell’audiovisivo in accordo e in collaborazione anche con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. L’attuazione negli anni di queste idee è stata lenta e complessa.

La Lega propone poi la possibilità di detrarre le spese culturali:

In una prima fase biglietti dei cinema, dei teatri e dei musei deducibili dalle tasse come oggi si fa con quelle mediche, per incentivare l’accesso ai luoghi di cultura. Successivamente allargare, previa valutazione dei costi di copertura, anche alle altre spese culturali (concerti, strumenti musicali, materiale artistico, ecc…).

Promette poi: “fondi per progetti dedicati ai bambini e ai ragazzi, da sviluppare nelle periferie, tra sport, cinema e musica”.

Nel capitolo innovazione tecnologica il settore audiovisivo viene citato nuovamente per il contrasto alle mafie digitali:

Il contrasto alla pirateria audiovisiva è centrale per le politiche di sostegno del settore. Gli atti di pirateria non rappresentano azioni di singoli “giovani nerd”, ma dietro vi è la criminalità organizzata

E sul tema del rapporto con le piattaforme:

Ottimizzare il dialogo tra sala cinematografiche e piattaforme: non è possibile rinnegare il rapporto tra un film e il suo pubblico, ma serve capire che lo sviluppo del tessuto audiovisivo nazionale passa anche attraverso i fondamentali investimenti delle piattaforme. Queste ultime rappresentano anche un nuovo modo di rapporto tra pubblico e opera audiovisiva e, con la nuova regolamentazione della Direttiva Servizi Media Audiovisivi, hanno accresciuto le collaborazioni con i produttori indipendenti italiani. La loro presenza nel tessuto nazionale è una ricchezza da valorizzare.

Si propone poi la progressiva riduzione del canone Rai fino alla sua definitiva abolizione nell’anno 2030 insieme a un potenziamento di RaiPlay con l’intento di renderla “fruibile al pari di concorrenti come Netflix e Amazon Prime Video”. Non è specificato meglio che cosa si intenda. 

Programma di Centrosinistra: Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, +Europa, Impegno Civico

Il programma della coalizione di Centrosinistra è affidato al PD, che presenta un documento di 37 pagine articolato su tre pilastri: sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza. Il mondo della cultura viene citato per la prima volta dentro la terza sezione, legata quindi al vivere civile. Si enuncia così il proposito di aumentare gli investimenti sia nello sport che nella cultura. Il programma parla dei due creando una connessione per l’impatto che hanno sul progresso della comunità e nella creazione di momenti di condivisione.

Vogliamo investire nello sport e nella cultura come strumenti in grado di creare apertura, superamento degli stereotipi di genere, benessere condiviso, nuovi spazi di socialità e nuove occasioni di realizzazione personale

Nel capitolo “Conoscere è potere: istruzione, cultura, socializzazione” lo spettacolo ha la sua parte subito dopo un’elenco di misure pensate per il miglioramento dell’istruzione e del mondo della scuola. Cultura e didattica vanno di pari passo nel programma della coalizione di centrosinistra alle elezioni politiche 2022. 

Si valorizza pertanto l’accesso alla cultura in quanto oggetto di rilancio sociale e “spazio di emancipazione nelle periferie delle città metropolitane e nelle aree ad alta marginalità sociale”. Il centrosinistra propone quindi:

Forme di detraibilità delle spese sostenute per la partecipazione alle attività culturali, l’abbattimento dell’IVA per i prodotti culturali e un sostegno economico ai consumi culturali dei giovani oltre alla conferma del bonus cultura 18App.

Anche in questo caso il programma alle elezioni politiche 2022 della coalizione di centrosinistra appare in continuità con la legge sulla nuova disciplina del cinema e dell’audiovisivo. È quindi coerente con la direzione impostata dalla gestione Franceschini del Ministero.

Il programma di centrosinistra sottolinea anche la ricaduta del potenziamento dell’offerta culturale italiana sul turismo. Il programma ribadisce poi la funzione della dimensione pubblica della cultura. Si pensa però anche a “ridefinire nuove e virtuose forme di coinvolgimento dei privati, valutare le implicazioni e le ricadute che l’approccio imprenditoriale ha sulla gestione culturale e lavorare per una perequazione territoriale dell’offerta culturale”.

Il cinema è citato in un unico paragrafo, contenente proposte di rafforzamento degli incentivi già in essere:

Vogliamo sostenere il settore dello spettacolo dal vivo e l’industria cinematografica e audiovisiva italiana attraverso il rafforzamento del sistema di finanziamento pubblico dei comparti e forti incentivi per i giovani autori e le nuove produzioni, il potenziamento del Tax credit, il sostegno alle coproduzioni internazionali, la salvaguardia e rilancio delle sale cinematografiche e teatrali, il riconoscimento della funzione culturale dei locali di musica live. 

Programma di Impegno civico

Nel manifesto di Impegno civico non c’è riferimento al cinema e all’audiovisivo. Si trova un generico “bisogna rimettere al centro la cultura” nella sezione dedicata alla scuola. E l’invito a “ritornare a crescere economicamente, socialmente e culturalmente“.

Programma di Azione-Italia Viva

Nel programma elettorale 2022 di Azione-Italia Viva si dedica una sezione intera alla cultura, insieme al turismo e allo sport. L’approccio iniziale è più pessimista. Là dove tutti i concorrenti esaltano le qualità culturali dell’Italia la coalizione nota un problema per poi proporre una serie di punti di miglioramento.

L’Italia è il penultimo paese in UE per partecipazione ad attività culturali: meno di un italiano su due frequenta musei, teatri, concerti e mostre.

Tra le misure proposte per far fronte a questo dato ce ne sono alcune di particolare interesse anche per l’audiovisivo. 

Si propone l’accesso ai luoghi della cultura tramite un carnet con 10 ingressi gratuiti a teatri, mostre, gallerie d’arte, musei, siti archeologici e altri luoghi d’arte per le persone con ISEE inferiore ai 15.000€.

Non è chiaro se anche le sale cinematografiche sono interessate da questa proposta dal momento che non vengono citate esplicitamente. 

Il settore audiovisivo viene chiamato direttamente in causa con una proposta di correzione del sistema di erogazione del Tax credit, definito al contempo un utile strumento a sostegno del settore:

Bisogna riformare i criteri di erogazione in modo da scongiurare una logica di finanziamento a pioggia e una partecipazione pretestuosa e poco strategica. Il Tax credit deve favorire la nascita di progetti ambiziosi e, insieme, la valorizzazione di attori con una comprovata esperienza per rafforzare l’assetto industriale del settore.

Sebbene il cinema sia menzionato raramente, il mondo della cultura in generale è visto sia come un “presidio di civiltà” che come uno sbocco occupazionale. La coalizione critica le politiche frammentate di promozione della cultura e intende favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro culturale attraverso “una politica di detrazioni fiscali per gli under 40 che puntano a creare nuove realtà imprenditoriali nel comparto”. Anche in questo caso il lettore è portato a inferire che “nel comparto” sia compreso anche il settore audiovisivo, seppur non esplicitato.

Programma del Movimento 5 stelle

Il programma del Movimento 5 stelle, strutturato in punti molto schematici, tocca l’industria audiovisiva solo per proporre una riforma del sistema radio-televisivo. Un ripensamento della RAI “con nuova governance che tenga fuori i partiti e assicuri il pieno recupero della sua funzione sociale con garanzia di correttezza e pluralismo dell’informazione”.

La cultura è vista come un patrimonio da salvare. Il Movimento 5 stelle ne scrive come una disciplina strettamente legata al turismo. Uno dei punti affronta poi un problema meramente tecnico, non ritrovato negli altri programmi delle elezioni politiche 2022. Il Movimento propone infatti “un piano pubblico di assunzioni per superare il grave sottodimensionamento del Ministero dei beni culturali e delle sue istituzioni periferiche”.

Una carenza di personale che ha spesso impatto sui tempi di erogazione degli incentivi e delle misure di sostegno messe in atto dal ministero.

Sul tema del lavoro si legge nel programma l’intenzione di mettere un freno alle esternalizzazioni e contrastare “l’uso distorto del volontariato e dei lavoratori della cultura“. Non sono presenti ulteriori specifiche né operative né di merito rispetto al problema evidenziato.

L’articolo verrà aggiornato qualora nei prossimi giorni dovessero venire pubblicati nuovi programmi dei singoli partiti.

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