All’interno dell’incontro “Dove va il cinema italiano” il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini è intervenuto dal vivo per parlare e mettere un punto alle questioni della nuova legge cinema, approvata e in via di perfezionamento con i diversi decreti attuativi che tardano un po’ ad essere emanati.

L’intervento aveva proprio l’obiettivo di tranquillizzare gli operatori sulle tempistiche e soprattutto metterli in guardia sul fatto che questi decreti attuativi dovranno dare ascolto a tutti.

Innanzitutto il ministro ha iniziato con una nota positiva:

Occorre considerare che il settore del cinema è in crescita e non in crisi, benchè si tratti di una crescita tempestosa, una che va affrontata con ottimismo e voglia di affrontare le sfide.

Poi è passato a spiegare quali sono i problemi del nostro cinema, problemi abbastanza noti, che in certi casi sono mondiali e in altri non hanno a che vedere con quel che può fare la legge:

Sappiamo bene che ci sono diversi problemi da quello delle sale, che è tutto italiano per certi versi (si veda la questione dell’estate) ma anche mondiale (se pensiamo all’arrivo delle piattaforme di streaming), a quello dei film, del prodotto, troppe produzioni e pochi spettatori e qui non c’entro niente io né c’entra il pubblico, bisogna capire cosa si possa fare sul prodotto.

Molto interessante è stato però quando ha cominciato a parlare di cosa ci sia dietro il processo di generazione della legge cinema e poi dei decreti attuativi, cioè la maniera in cui si sta cercando di tenere conto delle esigenze di tutti i comparti della filiera, esigenze che storicamente (lo sappiamo bene) sono contrastanti.

…dobbiamo accettare che il 2017 è un anno di transizione e soprattutto che ogni scelta prevede un dibattito e la legge deve mettere tutti daccordo, per questo ha forbici molto ampie, così ampie che ognuno pensa e spera che poi alla fine quella forbice penderà dalla parte delle sue esigenze. Invece poi bisogna accettare che il decreto attuativo non lo sarà perché deve tenere conto anche delle esigenze degli altri.

Come già sappiamo molti decreti attuativi saranno pronti per la fine di giugno e altri per la fine dell’estate.

Entro la fine di Giugno 14 decreti saranno emanati, ne restano 6 che sono in corso di elaborazione.

Ma il motivo di molti di questi ritardi forse è ancora più interessante.

Considerate che inviamo le bozze a tutte le categorie coinvolte per un feedback sulle singole esigenze e questo allunga i tempi, anche perchè su ogni tema io ricevo delle pressioni legittime da ogni parte della filiera. E i produttori indipendenti sono contro i produttori grandi, i piccoli esercenti contro i grandi esercenti e tutti con toni catastrofici.

Soprattutto il ministro ci ha tenuto a chiarire che una volta emessi i decreti attuativi non saranno scritti nella pietra.

Teniamo però presente che i decreti attuativi possono anche essere modificati, anche per questo non abbiamo creato delle norme rigide, proprio per adattarle ai nuovi tempi. Nella fase regolamentativa c’è uno spazio forte per adattarsi, come del resto è avvenuto, in varie misure, con il tax credit.

Di seguito vi proponiamo l’intervento integrale del ministro Franceschini.

Occorre considerare che il settore del cinema è in crescita e non in crisi, benchè si tratti di una crescita tempestosa, una che va affrontata con ottimismo e voglia di affrontare le sfide. Il cambiamento che viviamo ci impone di accettare criteri diversi e sfide diverse e soprattutto di accettare l’innovazione. Anche perchè tra i ragazzi le immagini si stanno sostituendo alle parole, sono diventate uno strumento di comunicazione diretta.

La legge cinema ha fornito un quadro il più possibile avanzato che metta insieme il cinema e i nuovi segmenti audiovisivi, fornendo un quadro in cui gestire questa fase di cambiamento.

Sappiamo bene che ci sono diversi problemi da quello delle sale, che è tutto italiano per certi versi (si veda la questione dell’estate), ma anche mondiale (se pensiamo all’arrivo delle piattaforme di streaming) a quello dei film, del prodotto, troppe produzioni e pochi spettatori e qui non c’entro niente io né c’entra il pubblico, bisogna capire cosa si possa fare sul prodotto. La legge vuole tenere insieme questo schema, dall’industria con l’attrazione di investimenti internazionali (grazie alle nuove regole del tax credit) a Cinecittà (ieri il CdA ha deliberato le procedure per il ritorno di Cinecittà nella sfera pubblica, che impone una grande sfida).

So bene, perchè ricevo lettere e appelli, che la fase attuativa di questa legge di cambiamento sta richiedendo tempi lunghi, ci combatto tutti i giorni con le difficoltà di questi percorsi obbligati, e questo naturalmente è un tema reale che stiamo cercando di affrontare con buoni risultati ma dobbiamo accettare che il 2017 è un anno di transizione e soprattutto che ogni scelta prevede un dibattito e la legge deve mettere tutti daccordo, per questo ha forbici molto ampie, così ampie che ognuno pensa e spera che poi alla fine quella forbice penderà dalla parte delle sue esigenze. Invece poi bisogna accettare che il decreto attuativo non lo sarà perché deve tenere conto anche delle esigenze degli altri

Entro la fine di giugno 14 decreti saranno emanati, ne restano 6 che sono in corso di elaborazione. Considerate che inviamo le bozze a tutte le categorie coinvolte per un feedback sulle singole esigenze e questo allunga i tempi, anche perché su ogni tema io ricevo delle pressioni legittime da ogni parte della filiera. E i produttori indipendenti sono contro i produttori grandi, i piccoli esercenti contro i grandi esercenti e tutti con toni catastrofici. Teniamo però presente che i decreti attuativi possono anche essere modificati, anche per questo non abbiamo creato delle norme rigide, proprio per adattarle ai nuovi tempi. Nella fase regolamentativa c’è uno spazio forte per adattarsi, come del resto è avvenuto, in varie misure, con il tax credit

Stiamo lavorando al massimo delle nostre potenzialità e ritengo che prima dell’estate tutto l’impianto attuativo sarà già emanato e attuativo, superando la fase di transizione per poi monitorare nei mesi successivi per capire come aggiustare e modificare i decreti. Ma considerate sempre che chi ha responsabilità politiche deve trovare un equilibrio tra diverse esigenze, cosa della quale si prende tutte le responsabilità.

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