Qualche giorno fa è stato annunciato il film di Death Stranding che verrà interamente finanziato dalla Hammerstone di Alex Lebovici e dalla Kojima Productions US con Allan Ungar in veste di produttore esecutivo.

In una lunga e ricca intervista che il creatore del videogame, Hideo Kojima, ha rilasciato all’edizione statunitense di IGN in cui viene fatto il punto su questi primi anni di attività al di fuori della Konami, il game designer ha potuto anche parlare di cosa intenda fare con l’adattamento cinematografico di Death Stranding.

Sulla nascita della collaborazione con lo studio Hammerstone spiega:

All’inizio dell’anno scorso ho fatto diverse videochiamate con molte persone a Hollywood, e non solo per Death Stranding. Ho ricevuto molte offerte, ma la mia intenzione fin dall’inizio non è mai stata quella di realizzare un blockbuster. Alex Lebovici di Hammerstone Studios condivideva la mia visione in merito. Ho ricevuto molte proposte per realizzare un film dai grandi valori produttivi con attori famosi ed esplosioni appariscenti, ma a cosa servirebbero le esplosioni in Death Stranding? Neanche il ritorno economico è una cosa che mi interessa particolarmente. Sto puntando a un approccio più d’essai, e l’unica persona che si è offerta di fare un film del genere è stato Alex Lebovici, il che mi fa pensare che sia un tipo piuttosto insolito.

Poi aggiunge:

Non l’abbiamo ancora deciso. Il fallimento degli adattamenti cinematografici dei videogiochi nel corso del tempo ha portato a molti film che si rivolgono ai giocatori, giusto? Ecco perché a volte sembrano esattamente dei videogiochi. Non voglio che il film di Death Stranding sia così. Piuttosto, sto adottando un approccio per cui sto pensando a come cambiare e far evolvere il mondo di Death Stranding in una maniera che si adatti bene alla trasposizione cinematografica. Ho creato Death Stranding per essere un gioco, e i giochi sono giochi. Non c’è bisogno di trasformarli in film. Quindi, in un certo senso, il film di Death Stranding sta prendendo una direzione che nessuno ha mai seguito prima per un adattamento cinematografico di un videogame. Penso che quello che ho bisogno di fare sia qualcosa che ispiri alcune delle persone che lo guardano a diventare a loro volta dei creativi fra dieci o vent’anni.

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