La Disney è finita al centro di una nuova polemica da parte dei conservatori negli Stati Uniti che la accusano di “cancel culture” alla luce di una decisione presa dallo studio sui classici presenti su Disney+… cinque mesi fa.

La notizia, che vi abbiamo riportato a ottobre, riguardava titoli come Peter PanFantasia, Lilli e il vagabondo e Dumbo che avrebbe riportato una nuova avvertenza per contenuti datati e offensivi della durata di una decina di secondi prima dell’inizio del film.

L’avvertenza recitava (e recita ancora):

Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi. Invece di rimuovere questo contenuto, vogliamo ammetterne l’impatto dannoso, trarne insegnamento e stimolare il dialogo per creare insieme un futuro più inclusivo. Disney si impegna a creare storie con temi ispiratori e aspirazionali che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in tutto il mondo.

Per ulteriori informazioni su com le storie hanno avuto un impatto sulla società, visita il sito www.Disney.com/StoriesMatter

Le pellicole in questione sono state semplicemente bloccate dai profili bambini e sono regolarmente disponibili sui profili adulto. Il motivo è presto spiegato: bloccando questi contenuti dai profili Kids (cosa che avviene in tutti i paesi in cui Disney+ è fruibile), la major si assicura che l’eventuale visione avverrà previa supervisione di un adulto e da parte di bambini in grado di leggere – e recepire – adeguatamente il messaggio proposto nell’avvertenza.

La cosa è stata scoperta di recente da organi di stampa di estrema destra negli Stati Uniti come il New York PostFox News, che hanno accusato la Disney di “cancel culture”.

Meglio chiamarlo Disney-” ha scritto il Post. Dopo le recenti notizie, “Dumbo” e “Peter Pan” sono entrati in tendenza su Twitter come esempi di “censura”.

I film e le serie imperdibili

Classifiche consigliate