Ha destato scalpore la notizia, diffusa qualche giorno fa, che DNEG taglierà gli stipendi fino al 25% nell’ambito di un più ampio piano di tagli alle spese. Ora lo studio di effetti visivi che ha lavorato a film come Oppenheimer e Dune ha voluto diffondere una nota per spiegare i motivi dietro a questa decisione:

Mentre continuiamo a monitorare attivamente questa difficile situazione, ci siamo consultati con i nostri impiegati e i nostri team in tutto il mondo. Continuiamo a lavorare con loro per determinare le migliori strategie di azione per tutti, con l’obiettivo primario di evitare un’importante riduzione nell’organico a livello globale, in modo da essere pronti per quando la produzione ripartirà. […] Stiamo cercando di mantenere una qualità del lavoro sempre altissima proteggendo nel contempo quante più posizioni lavorative possibile. Per farlo, abbiamo chiesto agli impiegati e ai membri dei team che guadagnano di più, inclusi dirigenti e figure senior, di assumersi la responsabilità di un taglio negli stipendi in modo da proteggere quanti più impieghi possibile. Le soluzioni che abbiamo proposto servono a preservare posti di lavoro e mettere in tasca quanti più soldi possibile ai nostri impiegati in questo momento difficile, posizionando nel contempo la nostra compagnia in un contesto che la renda in grado di sostenere questo momento economico difficile.

DNEG ha spiegato di aver ridotto le ore lavorative, in relazione alla diminuzione degli stipendi, e aver aumentato le ferie pagate in modo da spalmare in maniera più efficace questi tagli.

L’azienda ha base a Londra, ma impiega migliaia di persone in tutto il mondo tra Regno Unito, Canada, India, Australia e Stati Uniti. I tagli sono però dovuti allo stop alle produzioni in atto da maggio, quando è iniziato lo sciopero degli sceneggiatori della WGA, e diventato ancora più importante a luglio, quando è iniziato lo sciopero degli attori della SAG-AFTRA. I sindacati americani sono in mobilitazione da allora: domani gli sceneggiatori incontreranno l’associazione AMPTP con l’obiettivo di far ripartire le trattative. Ci vorranno però almeno 1-2 mesi dalla firma dei contratti collettivi prima che le produzioni americane e internazionali possano ripartire: finora le case di produzione di effetti visivi avevano subito un impatto relativamente ridotto, essendo impegnate nella post-produzione di film le cui riprese erano terminate mesi fa. Conclusa la lavorazione di questi progetti, però, si stanno trovando progressivamente con meno lavoro, e devono trovare soluzioni che abbiano un impatto minimo in attesa che le produzioni ripartano e si creino enormi colli di bottiglia l’anno prossimo.

Un’altra delle numerose conseguenze che gli scioperi stanno avendo su tutta la filiera non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo…

Fonte: THR

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