Che Arancia Meccanica, l’immortale capolavoro di Stanley Kubrick tratto dal romanzo distopico di Anthony Burgess, abbia un qualche legame con Truth Seekers, la nuova serie horror comedy firmata Nick Frost e Simon Pegg approdata su Amazon Prime Video, è chiaro già dall’elenco dei talent coinvolti in mezzo ai quali troviamo anche il nome di colui che ha vestito i panni la conchiglia con sospensorio di Alex DeLarge, ovvero sia Malcom McDowell.

Eppure i riferimenti ad Arancia Meccanica non si fermano qua.

La serie TV ha difatti impiegato per le riprese una delle storiche location impiegate da Stanley Kubrick per il suo capolavoro. Parliamo della Brunel University di Londra che, nella pellicola del leggendario filmmaker, era usata per sottoporre il giovane drugo a un particolare programma di rieducazione: la ben nota Cura Ludovico.

 

 

In Truth Seekers alcune aree dell’Università forniscono lo scenario della Coventry Collectible Cosplay Convention situazione che fornisce un ulteriore “gancio narrativo” ad Arancia Meccanica e, nella fattispecie, proprio al momento poc’anzi citato della Cura.

Durante la CovColCosCon, Richard (Malcom McDowell) si ritrova accidentalmente al posto di Gus (Nick Frost) alla conferenza del Dr Peter Toynbee, momento in cui si scopre che lo studioso è, di fatto, il villain della serie. Tutti i presenti vengono ipnotizzati con una serie di immagini proiettate sullo schermo della sala e a ognuno di loro vengono iniettati dei poco salubri nanobot nell’occhio. E così Malcom McDowell, a 49 anni di distanza dalla Cura Ludovico, si ritrova ad avere a che fare con delle questioni “oftalmiche” alquanto invasive, per così dire.

Di questo aneddoto abbiamo discusso direttamente con Julian Barratt, l’interprete del Dr Peter Toynbee, nel corso della nostra intervista esclusiva. L’attore ci ha raccontato che:

Quando ho saputo che avrei lavorato con lui ho subito pensato che sarebbe stato straordinario, ma sapevo anche che lui non vuole essere tormentato con domande su Kubrick e Arancia Meccanica, anche se poi alla fine… era lui a parlare di Kubrick per tutto il tempo! Con tutti quelli con cui chiacchierava! Ogni volta che lo sentivo parlare diceva robe tipo “Stanley una volta mi disse che…”, ne parlava di continuo, ma molto spesso discuteva di calcio e se lo beccavo intento a guardare una partita e mi fermavo a chiacchierare un po’. Ammetto di aver provato un po’ l’effetto starstruck ma è una persona divertentissima ed è davvero ironico che, ancora una volta, i suoi occhi abbiano una parte così importante. D’altronde tutti noi sappiamo bene l’aneddoto delle lesioni alla cornea che ha avuto proprio durante la lavorazione di Arancia Meccanica. Personalmente non ho tirato fuori l’argomento con lui, più che altro perché tutti gli altri l’hanno fatto. È stato davvero un onore lavorare con lui anche se non abbiamo tantissime scene insieme e peraltro, in realtà, in quei momenti i nostri personaggi non si trovano vicini (LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE).

Come ha avuto modo di raccontare proprio McDowell in più di un’occasione, per quella scena:

Kubrick mi convinse a sottopormi alla dilatazione delle palpebre, garantendomi l’ incolumità. C’ era un medico che ogni 12 secondi mi iniettava un liquido antidolore, un incubo perché chiese al medico di dire una battuta. Quello sbagliava, io gridavo: ripetemmo la scena 50 volte. Arrivato a casa, avevo la cornea graffiata, un dolore insopportabile, da morfina.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

Classifiche consigliate