Nell’episodio di I film della nostra infanzia dedicato a Forrest Gump la serie di documentari targati Netflix racconta la lunga e travagliata produzione del film. In particolare la narrazione si sofferma sull’apporto essenziale del regista Robert Zemeckis e dell’attore Tom Hanks nel dare vita al film, investendo ingenti somme di denaro di tasca propria. Una guerra produttiva che vide sinergie positive, ma anche grandi tensioni che rischiarono di mettere fine al progetto.

Tutto inizia dal libro di Winston Groom, diverso per certi versi dalla storia che si vedrà poi al cinema. La produttrice Wendy Finerman voleva acquistarne i diritti cinematografici, ma si ritrovò in un braccio di ferro con la Warner. La major era interessata alla storia; dopo qualche giorno di contrattazione le due parti finirono per trovare un accordo e una sinergia produttiva. Ma la prima sceneggiatura di Forrest Gump scritta proprio da Groom finì nel dimenticatoio. 

Lo ritrovo qualche tempo dopo l’executive della Warner Kevin Jones. Ne fu conquistato e fece riscrivere la storia da altri sceneggiatori per renderla più cinematografica. Quando nel 1988 Rain Man – L’uomo della pioggia conquistò pubblico e critica vincendo 4 Oscar lo studio ritenne che fosse troppo simile a Forrest Gump e mise nuovamente da parte il progetto.

Sembrò arenarsi fino a che Jones non passò alla Paramount, credendo nella storia, ne acquistò i diritti dal suo vecchio studio.

Alla sceneggiatura arrivò Eric Roth con il compito di sistemare il film. Anche Tom Hanks era entusiasta del progetto: voleva allontanarsi dalle commedie e impegnare la sua arte di attore in un film di ampio respiro. Tutti credevano in Forrest Gump. Eppure, quando alla Paramount arrivò la produttrice Sherry Lansing iniziarono i problemi. Pur caldeggiando la realizzazione di Forrest Gump si rese conto dell’alto rischio economico. Lo studio decise così di tagliare 10 milioni di dollari dai 55 previsti. Le scene in Vietnam e quelle in mezzo al mare erano a rischio perché troppo costose. 

La Paramount arrivò a controllare da vicino il set di Forrest Gump mandando persone a sorvegliare i lavori e ad attuare pratiche di contenimento del budget. Il perfezionismo di Zemeckis rischiava infatti di costare troppo, come nel caso delle gambe “tagliate” di Gary Sinise nei panni del Tenente Dan Taylor rimosse digitalmente. Un effetto rischioso e costosissimo per il 1994. 

La scena della corsa di Forrest Gump per tutta l’America doveva aprire il film a una dimensione di grande storia made in U.S.A. Raggiungere le location era però troppo costoso per un momento narrativo non ritenuto così necessario dai finanziatori. La girarono quindi in totale segreto e la mostrarono allo studio quando mancava poco ad essere completata. Non faticò a trovare l’approvazione della produzione per essere completata, vista la sua forza emotiva. Per poco rischiò però di non esistere.

Forrest Gump fu salvato dal diretto interesse del regista Robert Zemeckis e di Tom Hanks i quali, credendo nella storia, investirono di tasca propria i soldi a supporto della produzione. Lo fecero come reazione alle minacce di interrompere la lavorazione del film da parte di Sherry Lansing.

I due avevano rinunciato a una parte del loro stipendio in cambio di una maggiore percentuale sugli incassi del film. Una mossa vincente dato che Forrest Gump fu un incredibile successo economico fruttando più di 40 milioni di dollari a tutti quelli che presero parte nella produzione.

Non fu però semplice portare su schermo la storia di Forrest Gump, per via delle continue tensioni tra la Paramount e Zemeckis, segno di una sfiducia che frustrò molto il regista. Effettivamente però il profilo della pellicola era piuttosto rischioso e l’abbondanza di effetti visivi (tra cui una storica stretta di mano con Kennedy) lo facevano sembrare un blockbuster fatto con i mezzi di una commedia. Il botteghino e gli Oscar vinti diedero ragione al regista.

Fonte: Netflix

I film e le serie imperdibili

Classifiche consigliate