Sono trascorsi ormai sette anni dall’arrivo nei cinema del Ghostbusters al femminile diretto da Paul Feig, ma per Leslie Jones, interprete di Patty Tolan, il ricordo di quell’esperienza è ancora tutt’altro che piacevole.

Probabilmente ricorderete che il film, il regista e il cast della pellicola, Leslie Jones in primis, ricevettero insulti e minacce di ogni tipo, tanto da parte del fandom del Ghostbusters originale di Ivan Reitman quanto dalla cosiddetta frangia misogina degli incel.

Rolling Stone ha pubblicato un estratto dal libro di memorie dell’attrice, dal titolo Leslie F*cking Jones: A Memoir, in cui si affronta proprio la questione degli attacchi dei troll al Ghostbusters del 2016. In aggiunta anche ad altri accadimenti spiacevoli come quello avvenuto durante il press tour europeo:

Un giornalista mi disse “Non mi piace questo film, e hai cinque minuti per dimostrarmi che vale la pena guardarlo”. Non era tanto una questione di razzismo e misoginia. Molto aveva a che fare con il fatto che stavo interpretando una lavoratrice della MTA (la società di trasporto pubblico di New York, ndr.), come se fosse qualcosa di cui avrei dovuto vergognarmi. Avevo cercato di ribattere: ero una comica, ero abituata a essere interrotta, quindi per ogni stron*ata su Twitter avevo una risposta pronta.

Un rapporto, quello con Twitter, che ha poi dovuto interrompere cancellando per 24 ore il suo account: il livello degli insulti misto alle minacce di morte ricevuti era diventato insostenibile. Jark Dorsey nel 2016 era ancora il CEO di Twitter e si sentì in dovere di contattare direttamente Leslie Jones e di far monitorare il suo profilo da un apposito team, dati i continui tentativi di hacking subiti:

Mi inviavano filmati di impiccagioni, di ragazzi bianchi che si mas*urbavano sulle mie foto dicendo “Maledetta neg*a. Ti uccideremo”. Perché le persone si comportano in modo così malvagio l’una con l’altra? Come fai a sederti e scrivere a qualcuno “Voglio ucciderti”. Chi fa una cosa del genere?.

Leslie Jones ricorda anche quello che lei definisce come un “commento imperdonabile” fatto da Jason Reitman a proposito del suo Ghostbusters: Legacy. Il figlio del papà degli Acchiappafantasmi aveva detto, ospite di un podcast, che il suo lungometraggio avrebbe “riportato il film ai fan”. Anche se poi aveva corretto il tiro affermando che la frase gli era uscita male perché non aveva altro “che ammirazione per Paul, Leslie, Kate, Melissa, Kristen e il coraggio con cui hanno realizzato Ghostbusters del 2016. Hanno espanso l’universo e realizzato un film straordinario!”, secondo l’attrice:

Il danno era stato fatto. L’idea stessa di “restituire il film ai fan” era chiaramente un riferimento a tutti quei perdenti che ci hanno attaccato per aver realizzato un film con un cast interamente femminile.

Una pellicola, quella del 2016, per la quale le venne inizialmente proposto anche un compenso “ridicolo”:

In più di un’occasione, mi è stato fatto notare e pesare che ero già fortunata ad essere nel film, ma onestamente pensavo “Non dovrei nemmeno esserci in questo film”. Soprattutto perché mi hanno pagato molto meno rispetto a Melissa McCarthy e Kristen Wiig. Nessuna critica a loro, ma la mia prima offerta era di fare il film per 67.000 dollari. Ho dovuto combattere per ottenere di più (alla fine ho ottenuto 150.000 dollari), ma il messaggio era chiaro: “Questo progetto farà esplodere la tua carriera, dopo questo film sei a posto per la vita” e tutto quel genere di cose, come se non avessi già avuto decenni di carriera di successo alle spalle. E alla fine, tutto ciò che ha fatto per me è stato arrecare dolore e una ca**o di fastidiosissima controversia.

Trovate tutte le informazioni sul Ghostbusters di Paul Feig nella nostra scheda della pellicola.

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FONTE: Rolling Stone

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