Originariamente era previsto che Peter Sellers interepretasse quattro parti in Il dottor Stranamore, ma una proprio non la voleva fare.

Racconta Terry Southern, co-sceneggiatore di Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, che la pre-produzione del film accadeva in un periodo nel quale Stanley Kubrick aveva deciso di smettere di fumare. Per questa ragione e per evitare tentazioni, aveva ordinato che in tutti gli edifici nei quali si lavorava al film, quelli che lui avrebbe frequentato, venisse proibito fumare. Era per lui uno sforzo incredibile. Parallelamente cercava di mettere in piedi il film e il contributo fondamentale sarebbe dovuto arrivare dalla Columbia, unico studio che aveva accettato quella sceneggiatura che per gli standard dell’epoca era pericolosamente vicina al vilipendio della figura del presidente degli Stati Uniti. Niente Columbia, niente film. E la Columbia aveva una sola condizione: che Peter Sellers interpretasse quattro ruoli diversi.

Allo studio si erano convinti, o erano stati convinti, che il grande successo europeo del precedente film di Kubrick, Lolita, fosse imputabile proprio a Peter Sellers. E negli anni tra Lolita e Stranamore, la fama e la celebrità di Sellers non avevano fatto che crescere. Così quando negli uffici della produzione arrivò un telegramma da Sellers che diceva:

“Caro Stanley, mi dispiace ma ho delle serie difficoltà con questi diversi ruoli. Stammi a sentire: non c’è verso, ripeto, non c’è verso che io possa interpretare il pilota texano Maggiore King Kong. Ho un blocco completo per l’accento texano. Ti prego perdonami. Peter S.”

Gli cadde il mondo addosso. A quel punto, racconta Southern, Kubrick convocò la sua assistente personale e le ordinò di portargli un pacchetto di sigarette.

L’ingresso in scena di Terry Southern

A quel progetto Stanley Kubrick teneva davvero. I resoconti vogliono che avesse letto più di 70 libri sulla guerra fredda e il pericolo nucleare, e che uno in particolare, Red Alert di Peter George (da noi tradotto in Il dottor Stranamore), lo avesse colpito a livello di acquistarne i diritti e cominciare a trarne una sceneggiatura per un dramma molto serio. Sarebbe stato solo a metà della lavorazione che si sarebbe reso conto di quanto tutto fosse così paradossale da non reggere la struttura e il tono del dramma, e che forse sarebbe stato più sensato farne una commedia, una satira grottesca. I primi titoli dovevano essere Wonderful Bomb o Dr. Doomsday or: How to Start World War III Without Even Trying, oppure ancora Dr. Strangelove’s Secret Uses of Uranus. Solo con una narrazione paradossale sarebbe stato possibile andare a fondo nelle assurdità che reggevano la guerra fredda. 

peter sellers sedia stranamore

Fu a quel punto che convocò Terry Southern, un umorista, per iniettare nella sceneggiatura la commedia. Southern ha inventato praticamente tutte le parti più divertenti del film. La storia di come Kubrick, ormai già isolato dal mondo e fuori da qualsiasi contemporaneità del mondo dell’intrattenimento, avesse conosciuto il lavoro di Southern è un film a sé. Southern soffriva di insonnia e aveva convinto un altro scrittore, Jonathan Miller, che aveva un passato da medico, a diventare il suo medico personale, per farlo gli aveva regalato un suo libro, The Magic Christian. Miller era amico di Sellers e gli aveva prestato quel libro così divertente. Sellers era impazzito al punto che anni dopo sarebbe riuscito a farne un film (in italiano intitolato Le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa), ma in quel momento acquistò 100 copie del libro per regalarle a tutti quelli che conosceva. Incluso Stanley Kubrick, il quale leggeva qualsiasi cosa gli venisse sottoposta.

Quello era il primo vero lavoro nel cinema per Southern che poi avrebbe scritto molte commedie. I due lavorarono al copione in auto, nei lunghi transfer da Londra al set. Non era un’auto normale, era una macchina comprata apposta per lavorarci dentro, nei cui sedili posteriori trovava posto un tavolino. Nascono così i quattro personaggi a cui doveva lavorare Peter Sellers, il quale come noto alla fine la spuntò e ne interpretò tre. Ma non fu facile. Quel telegramma era solo il primo atto di una lotta titanica. Kubrick non era solito perdere le controversie o non ottenere quel che voleva, e aveva insistito fino al punto di impedirgli di dire no. Kubrick era anche notoriamente un giocatore di scacchi, nel suo ufficio già all’inizio degli anni ‘60 aveva una delle prime macchine per giocare a scacchi contro un computer. Era un macchinario di produzione Svizzero-tedesca, una scacchiera su un piedistallo di metallo con una specie di manichino in ferro di una donna che doveva simulare l’avversario. Andava molto fiero di riuscire a vincere.

Un bell’allevamento di cavalli a Londra

peter sellers stranamore sigarette

Da quello stesso ufficio, lungo tutta la pre-produzione, Kubrick con una certa fierezza poteva osservare dalla finestra del suo studio Sellers camminare nel parco adiacente con le cuffie e un registratore portatile con il quale ripeteva e provava l’accento texano. Ma non gli bastava, per essere sicuro di portare a casa le scene del maggiore King Kong, aveva fatto spostare il piano di produzione in modo che le scene nell’aereo, quindi quelle del maggiore, sarebbero state le prime. Più si avvicinava l’inizio delle riprese più però c’era nervosismo.

A pochi giorni dall’inizio arrivò notizia che uscendo da un locale e salendo in auto Sellers era scivolato e si era slogato una caviglia. Essendo quello l’unico dei suoi quattro ruoli a richiedere molto movimento la parte era a rischio. Nel primo giorno di riprese nel salire una scaletta che lo porta dalla parte bassa alla parte alta del velivolo, scivolò per via della caviglia, accusando un dolore fortissimo. Una volta che il medicò che lo visitò gli sconsigliò di fare sforzi, la compagnia assicurativa spiegò che non avrebbe assicurato il film se Sellers avesse interpretato quel ruolo. A quel punto non c’era più da lottare ma solo da arrendersi. Kubrick ha sempre sospettato che l’incidente fosse stato orchestrato dallo stesso Sellers per tirarsi fuori dal ruolo.

L’unica cosa da fare allora fu quella di tentare una mossa che poi avrebbe ripetuto per Full Metal Jacket in modi ancora più radicali: non cercare un altro attore, perché in così poco tempo non ne avrebbe mai trovato uno capace di essere completamente nel ruolo e anche padroneggiare i toni comici che servivano, ma prendere un vero texano che avesse sul serio quel carattere. Fu scelto così Slim Pickens, dietro consiglio di uno dei produttori che ci aveva lavorato in un western. Pickens faceva ruoli di bifolco e non era lontano da quella figura. Non era mai uscito dal Texas e quando gli dissero di andare a Londra per incontrare Kubrick chiese come si dovesse vestire: “Come se andassi a comprare dei semi in città” gli risposero. Era quel tipo di persona. 

Terry Southern racconta che la prima volta che lo vide, fu quando gli fecero incontrare “quello che avrebbe sostituito Peter Sellers”, non aveva seguito tutto il casting e quindi non era pronto a quello che avrebbe incontrato, si aspettava un attore simile a Sellers o almeno dal profilo intellettuale paragonabile. Quando entrò nell’ufficio nel quale Pickens lo aspettava lo trovò alla finestra che mormorava: “Se qui ci fosse una sorgente d’acqua ci verrebbe fuori proprio un bell’allevamento di cavalli”. Erano a Londra. Pickens sarebbe poi stato perfetto.

slim pickens stranamore

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