Quest’anno La compagnia dell’Anello compirà vent’anni: il primo film della trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson uscì a dicembre del 2001 negli Stati Uniti. In vista delle celebrazioni, il sito Polygon ha ricostruito le origini del progetto, arrivando a quando ancora era coinvolta la Miramax di Bob e Harvey Weinstein che intendeva realizzare solo due film con un budget di soli 75 milioni di dollari (complessivi!).

Jackson e Fran Walsh scrissero due sceneggiature insieme al drammaturgo neozelandese Stephen Sinclair: The Fellowship of the Ring e War of the Ring. Nel giro di un anno e mezzo, si resero conto di non voler realizzare il progetto con i Weinstein, che erano interessati unicamente a lavorare con il regista e non conoscevano né capivano realmente il materiale originale. A un certo punto, i produttori chiesero a Jackson di concentrare tutto in un unico film da quattro ore: quando si rifiutò, misero il film in “turnaround”, offrendolo agli altri studios in cambio dei soldi spesi finora e del credito come produttori esecutivi (ovvero: una piccola ma significativa percentuale sugli incassi). Jackson calcolò il budget della versione da due film, e arrivò a 150 milioni di dollari.

Jackson riuscì ad attirare l’attenzione della New Line Cinema (con cui aveva lavorato per un reboot di Nightmare on Helm Street mai realizzato) grazie a uno stratagemma: fece trapelare la sceneggiatura sul sito Ain’t It Cool di Harry Knowles. Il giornalista Drew McWeeny ricorda su Polygon quando ricevette lo script e ne scrisse una recensione sul sito:

Erano i primi anni del “cinema su internet”, e a quell’epoca quando si parlava di qualcosa sul nostro sito gli studios lo ritenevano qualcosa di grosso. […] Jackson aveva già avuto alcuni contatti con Ain’t It Cool a quel punto, e c’erano diverse persone della WingNut Films e della Weta che ci stavano contattando. Erano convinti di essere al lavoro su qualcosa di davvero straordinario, e temevano che non sarebbero riusciti a trovare uno studio disposto a realizzarlo in maniera così ambiziosa. Quindi decisero di girarci la sceneggiatura in un modo che poi avrebbero potuto negare successivamente. Non ci hanno mai contattato direttamente per questa cosa, e nessuno ci ha mai chiesto di scrivere un articolo. In questo modo, se qualcuno ci avesse mai fatto pressioni, avrei potuto dire onestamente che non furono Peter Jackson e Fran Walsh a girarci la sceneggiatura. Ma è chiaro, comunque, che mi è stato dato accesso a loro in modo da poter esprimere la mia opinione nell’esatto momento in cui la New Line stava cercando di decidere cosa fare.

La mia recensione divenne la seconda parte di un doppio colpo ben congegnato. AICN all’epoca era diventato una piattaforma molto utile, per i registi, per convincere gli studios che c’era un pubblico per il cinema di genere affrontato con una certa serietà e prodotto con i mezzi necessari. Fui felice di evidenziare che le sceneggiature erano buone, e che Jackson meritava di realizzare i suoi film.

Com’era questa versione in due parti? Prevalentemente come la trilogia. Philippa Boyens era citata come script editor del progetto, soprannominato “Jamboree”. Quando poi si spostò tutto presso la New Line Cinema, Sinclair era andato via e la Boyens era diventata co-sceneggiatrice. Quella prima bozza in due parti seguiva tutti gli eventi della trilogia, ma mancava dell’approfondimento dei personaggi che ha reso i tre film memorabili. Era come vedere la trilogia a velocità 1.5x, tutto era compresso e accelerato. C’erano idee simili (la voce fuori campo di Galadriel nel prologo era in realtà di Frodo), e il cliffhanger alla fine del primo film si svolgeva sugli Emyn Muil, con l’incontro di Frodo, Sam e Gollum con il Nazgul. La struttura c’era, comunque: Samwise era già l’eroe dell’intera storia, il personaggio il cui “viaggio” enfatizza tutto. C’erano più canzoni, legate al testo originale di Tolkien, ma era tutto più velocizzato. Non ci si godeva la Contea, i personaggi di Pipino e Merry non emergevano mai, e c’era molta meno Terra-Di-Mezzo. Soprattutto, la versione in due parti sembrava costruita per sembrare un blockbuster convenzionale, e a farne le spese era la storia e la poesia che contraddistinguono il lavoro di Tolkien.

La New Line Cinema stava cercando di fare un salto di qualità passando dai film horror ai blockbuster, e fu convinta ad accettare la sfida anche dopo aver letto la recensione su AICN. I produttori decisero di realizzare il progetto che sognavano Jackson e la Walsh, e chiesero loro di pensare a una trilogia, rimettendo tutto ciò che avevano tagliato dagli script iniziali e dando loro il permesso di sognare in grande.Spiega McWeeny:

Aggiungere un terzo film diede loro la possibilità di realizzare un arco caratteriale completo per il personaggio di Smeagol, mostrando la sua evoluzione da Hobbit a un mostro trasformato dall’Anello, fino ad arrivare a una creatura verso la quale provare pietà. Anche gli Ent vennero aggiunti nella versione “ampliata”, inoltre il ruolo di Saruman venne ampliato. Molti personaggi come Eowyn, Boromir e persino Aragon ottennero molto più spazio.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

 

 

 

 

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