Lo scorso gennaio, Kevin Smith è stato ricoverato in un centro di cura dell’Arizona, dopo essersi svegliato una mattina convinto di aver perso la testa. Lì ha trascorso il mese successivo in terapia, apprendendo come diversi traumi infantili lo avessero portato a creare e a nascondersi dietro un personaggio pubblico che lui chiama “l’altro” e che alla fine ha usurpato il suo senso di sé.

Parlando dell’incidente in una recente intervista con People, il regista spiega:

È stato spaventoso. Una totale perdita di contatto con la realtà. In quel momento, non mi sarebbe dispiaciuto non essere più in giro. Ho chiamato un amico e gli ho detto: “Sono in un posto strano e buio. Ho bisogno di andare da qualche parte a cercare aiuto“.

Smith rivela infatti come, ad appena sei anni, un ragazzo più grande che non conosceva lo aveva costretto a compiere atti sessuali con una ragazzina del quartiere. Successivamente, all’età di 9 anni, è rimasto nuovamente traumatizzato quando l’insegnante del quarto anno lo ha preso in giro per le dimensioni della sua “pancia” davanti ai suoi compagni. Eventi che hanno avuto forti conseguenze su di lui:

Mi sentivo ripugnante, come se non contassi nulla. È stato allora che ha iniziato a comparire “l’altro”. Ho deciso di essere divertente e di farmi amare dalle persone prima che si accorgessero che fossi grasso.

[Ai tempi di Clerks] ero già una persona che non sopportava se stessa. “L’altro” è diventato il mio capo d’abbigliamento preferito da indossare. Lasciavo che prendesse il sopravvento.

Durante il periodo trascorso nel centro di cura, ha deciso così che voleva fare qualcosa per cambiare. Si è sottoposto a sessioni di terapia di gruppo, grazie alle quale ha imparato ad accettare sé stesso. Molti utili per lui sono stati anche gli esercizi di mindfulness, come concentrarsi sul respiro, che usa per rimanere concentrato sul presente. “Questo mi ha aperto gli occhi“, ammette, “perché ho sempre passato la maggior parte del mio tempo a deprimermi per il passato o a preoccuparmi per il futuro”. L’obiettivo è coltivare il “sé autentico“: “Sono davvero interessato a vedere se riesco finalmente a stare da solo con i miei pensieri“.

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FONTE: People

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