Molto lontano dagli Oscar Mel Gibson a Venezia aveva portato il suo film in anteprima. La storia di grande anticonformismo e lotta contro le autorità, per affermare un ideale di salvezza e pacifismo è stato un grande colpo. In un hotel sulla laguna abbiamo potuto incontrare il regista e il protagonista per chiedergli da dove sia venuto questo film così classico e dinamico.

Prima una cosa che non c’entra niente, una curiosità. Alla fine l’hai visto Mad Max: Fury Road?

MEL GIBSON: Sì, l’ho visto a Los Angeles, alla prima, seduto tra George Miller e Tom Hardy. Ho riso, ho applaudito e ho gridato di piacere!

A proposito di questo, c’è una differenza tra i film che scegli di fare da attore e quelli che scegli di fare da regista?

MG: Non c’è differenza. Perché quando fai il protagonista sei comunque uno storyteller, porti la palla, come il quarterback. I miei personaggi sono persone da grandi storie, i diversi che fanno cose pazzesche. Siamo tutti attratti da queste storie di eroi, come dice Campbell [Joseph Campbell autore di Il viaggio dell’eroe ndr], lo si fa da quando usavamo la merda per dipingere sulle pareti. E se sono straordinari ci piacciono anche i disadattati.

Hacksaw Ridge è un film sull’eroismo non convenzionale, l’eroismo che viene da dove non te l’aspetti. Ed è una storia vera. Ma intorno a te vedi eroi non convenzionali?

MG: Non c’è un vero eroe vicino a me, ce ne sono tanti diversi. L’altro giorno parlavo con un veterano dell’Afghanistan tornato a casa con la sindrome da stress post traumatico, ora aiuta gli altri veterani. Molti si suicidano e lui ha capito che l’unica maniera di guarire è condividere quel che hai dentro con qualcuno che ti capisca, ha guarito se stesso e lo fa con gli altri. Quando vedi questa gente pensi “WOW è pazzesco! Sicuramente salva più vite ore di quanto non facesse in Afghanistan!”. Basti pensare che dei soldati andati in Vietnam 50.000 sono morti e 150.000 si sono suicidati al ritorno.

ANDREW GARFIELD: Gli eroi della mia vita sono quelli che non vogliono essere celebrati. Mio fratello è un dottore del servizio sanitario nazionale in Inghilterra, è devoto alla sua vocazione e non cerca ricompense, questa è la gente a cui guardo, come anche un amico che ho a Chicago e fa il mediatore tra polizia e le gang giovanili. Essere il salmone che va hacksawcontrocorrente è la maniera più difficile di vivere quando tutti ci dicono di conformarci, ci dicono che saremo un membro valido della società se ci conformiamo. Quello di Hacksaw Ridge invece è un uomo che in qualche maniera sapeva che sarebbe stato ostracizzato dalla sua nazione ma si è tenuto ben saldo alle sue conoscenze e alle sue idee. Non essere presi dalla corrente è una battaglia che combattiamo sempre tutti.

MG: Persone come Desmond esistono anche oggi nella guerra moderna. Sono persone che lavorano con gli esplosivi e che tirano fuori i soldati dai luoghi con bombe, gente che non pensa a sé, che si appella a qualcosa di superiore.

Sappiamo che non ti sei mai fatto problemi quando c’è da mostrare la violenza, qui come hai cercato l’equilibrio giusto?

MG: Penso ci sia la quantità di violenza appropriata, non credo di aver indugiato, penso si debba vedere l’orrore della guerra per apprezzare cosa serva per non farlo per essere migliori, quanto sia straordinario uno spirito che riesce a vincere.

Le scene di guerra come le hai progettate? Che tipo di approccio volevi?

MG: In questo film la guerra è come una sinfonia con tanti momenti e movimenti, con tanti personaggi in ogni punto. Va visualizza e coreografata, non deve essere piatta o vecchio stampo, non voglio che invecchi di qui a qualche anno.
Alla fine la parte sul fronte sono 11 minuti, che è proprio tanto tempo quando vedi cose del genere ma le sequenze hanno tutti personaggi diversi, ogni volta devi capire chi sono i protagonisti e chi vuoi guardare. Per arrivarci ho fatto diversi storyboard ma non li amo troppo, sono però utili a spiegare a tutti cosa pensi.

Come mai proprio Andrew Garfield?

MG: Innanzitutto è un po’ come Desmond, non è grosso, uno che non credi possa fare qualcosa di simile, perché è come tutti.

AG: Ci sono molti strani miracoli nella mia vita e tutto questo lo è. Quando ho visto Mel è stato amore a prima vista, e anche lui crede che sia così. È vero eh (ride) anche Victoria Beckham dice che le è capitato!

La pellicola è basata sulla vita di Desmond T. Doss (Garfield) , medico e primo obiettore di coscienza (qualcuno che rivendica il diritto di rifiutare il servizio militare) ad aver vinto la medaglia d’onore del Congresso per aver salvato decine di soldati durante la battaglia di Okinawa.

Del cast fanno parte anche Vince Vaughn, Sam Worthington, Luke Bracey, Teresa Palmer e Rachel Griffiths. Le riprese si sono svolte anche a Lynchburg, in Virginia, città natale di Desmond T. Doss.

Il lungometraggio uscirà nelle nostre sale il 2 febbraio.

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