Lost Boys, Ragazzi perduti, usciva al cinema 35 anni fa. Il teen horror a tema vampirismo di Joel Schumacher riuscì a segnare l’immaginario della fine degli anni ’80 grazie alla sua peculiare estetica di sassofonisti nudi ricoperti di olio e ragazzacci cattivi come rock star. Una colonna sonora immediatamente cult con la canzone originale Cry Little Sister finita nella rotazione fissa degli strip club. Lo studio non credeva nel film. Jason Patric, che in Ragazzi perduti interpreta Michael Emerson, spingeva tantissimo per fare qualcosa di più. Un film per giovani ma con sostanza, vampiri ed emozioni. Voleva un approccio più sofisticato di un semplice horror.

Nel ricordo Alex Winter e Corey Feldman (rispettivamente Marko ed Edgar Ranocchi) la lavorazione di Ragazzi perduti fu “un manicomio”. Ovvero quello che si può facilmente prevedere quando si lasciano liberi giovani diciannovenni su un set. Non c’erano orari, le serate di festa finivano alle otto del mattino. Di fronte alla cinepresa non erano diverse le cose. Gli attori venivano accolti al lavoro dai curiosi che si avvicinavano a loro come se fossero rock star. Mentre Feldman, di 6 anni più giovane, e Jamison Newlander erano nell’età dei primi amori. Passavano il tempo libero a scrivere alle rispettive ragazze, come hanno spiegato a Entertainment Weekly.

Entusiasmo e leggerezza che traspaiono anche nella pellicola, cult movie scanzonatissimo ed eccentrico. Una classica storia di adolescenza che si incontra con una di vampiri, di quelli moderni, che stanno nell’ombra dei gruppi che fanno festa la notte. Sono coloro che rendono pericolose le città con le loro bravate.

I fratelli Emerson si trasferiscono nella casa del nonno a Santa Carla in California. Insieme alla madre, vogliono passare il trauma del divorzio e il conseguente sconvolgimento famigliare. Sammy, il fratello minore, incontra i Ranocchi: due coetanei che gli rivelano attraverso i fumetti i segreti dei vampiri della città. Michael, il maggiore, è vittima del fascino di Stella e dei suoi amici che gli fanno bere sangue e lo trasformano. 

Secondo Alex Winter, Ragazzi perduti risuona così tanto nell’immaginario collettivo perché nasce dall’interpretazione di Joel Schumacher della mitologia del vampiro. Per lui il regista ha unito in modo vincente il mondo della musica, lo stile e la moda. Insieme ha messo ll’ambiguità sessuale e l’omoerotismo sullo sfondo delle avventure sessuali del protagonista.

Si conferma così la fondatezza della lettura secondo una chiave di racconto omosessuale del film.  Continua Winter:

Ho frequentato persone trans, gender-fluid e gay per tutta la vita. Era ovvio quello che stavano facendo con il film e ho pensato che fosse fantastico. Ho usato tutto questo per Marko, mi sono ispirato a questi ragazzi che conoscevo in Times Square.

Newlander invece ha ammesso di non essersene mai accorto.

Non ci ho pensato fino a che qualcuno non me l’ha fatto notare cinque anni fa ad una convention. Credo che in qualche modo io ci abbia pensato, ma sono stati altri a menzionarlo. Così ho cercato di ricordarmi e mi è venuto in mente il poster di Ron Lowe appeso nella stanza di Corey Haim. È l’unica cosa che mi ricordo che dia un segnale LGBT.  

E voi che ne pensate di Ragazzi perduti? Fatecelo sapere nei commenti.

Fonte: Entertainment Weekly

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