Un incontro con David Lynch è un’esperienza sempre strana, da cui raramente si esce con le risposte che si desideravano all’inizio ma, come nei suoi film, si rimane sempre ammirati dai racconti, dalla visione del mondo di quest’autore e dalla maniera originale in cui affronta i meccanismi dell’industria del cinema.

Alla Festa del Cinema di Roma David Lynch è venuto a ritirare un premio alla carriera che con ottima scelta di marketing gli è stato consegnato da Paolo Sorrentino (il quale da osservatore del cinema ha detto che ciò che ammira dei suoi film è come ci abbiano mostrato che “l’ignoto e l’inconoscibile in realtà sono dentro di noi”).

Prima del ritiro del premio, momento nel quale il regista si è anche commosso per la standing ovation tributatagli, c’è stato l’incontro e prima ancora la conferenza stampa in cui è stato ricordato a Lynch quanto detto da Nanni Moretti pochi giorni fa nel suo di incontro, cioè che nel 2001, quando entrambi erano in concorso a Cannes, prima della premiazione che avrebbe dato la palma a La Stanza Del Figlio, Lynch disse che avrebbe voluto ucciderlo: “Volevo davvero ucciderlo in quel momento. Non mi ricordo perché mi sentissi così, ma amo Nanni Moretti”.

La cosa più interessante sono però stati quei passaggi in cui Lynch ha raccontato sia da dove venga il suo cinema, come sia nato quello stile e da cosa sia stato ispirato. Sia quelli in cui ha raccontato dove stia andando, come veda il futuro e che progetti abbia in testa.

Pittore e studente dell’istituto di belle arti, Lynch non è mai stato un cineasta per missione. Il Francis Bacon di opere come Seated Man o il Kienholz di sculture come The Illegal Operation sono le opere che lo ispirano di più.

Credo che Bacon sia uno dei più grandi artisti della storia della pittura, amo la distorsione dell’essere umano e questo è Bacon. Quel che fa con la fenomenologia organica con i suoi punti lenti e i suoi punti rapidi.
Kienholz è un altro che fa della fenomenologia organica in maniera meravigliosa, mi piacciono le sue opere in tre dimensioni, così tanto che spesso anche la mia pittura prevede dei buchi con qualcosa dentro, in modo che si possa procedere anche in profondità. Credo Kienholz sia uno dei più grandi scultori di sempre”.

Ovviamente la musica è stata fondamentale.

La sceneggiatura di Velluto Blu viene tutta dall’ascolto dell’omonima canzone di Bobby Vinton ma anche da quello a ripetizione di Shostakovich. La canzone I’m Deranged di David Bowie ha segnato l’inizio di Strade Perdute e molto del lavoro con Angelo Badalamenti ha sprigionato idee”.

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I film al contrario non hanno mai ospitato un posto di riguardo nella sua formazione.

Non sono mai stato un appassionato di cinema, la mia più grande ispirazione è stata la città di Philadelphia, l’ho sempre amata per tutte le ragioni più sbagliate: era sporca, violenta, corrotta e preda del terrore. Ne amavo l’architettura, i colori degli interni, le stanze, le proporzioni delle stanze, quello strano verde delle loro pareti, alcuni mattoni, un fantastico ambiente industriale. Grazie a Philadelphia mi sono innamorato delle fabbriche

Al contrario invece Lynch ama Los Angeles per la sua bellezza

Sono arrivato a Los Angeles da Philadelphia nel 1970. Arrivai di notte e il mattino dopo uscii dall’appartamento vedendo per la prima volta la luce del sole di Los Angeles, era così bello che stavo per svenire. Amo la sua luce, mi piace come non abbia confini, amo la voglia che ti mette di seguire i tuoi sogni e fare quel che devi fare. Inoltre amo Los Angeles perché è stata la casa dell’età dell’oro del cinema, e quello spirito è ancora vivo quando inizia a fiorire il gelsomino”.

La domanda sulla bocca di tutti al momento però è se si farà o no una quarta stagione di Twin Peaks, riguardo la quale Lynch è stato abbastanza evasivo:

È troppo presto per dirlo

È stato semmai più chiaro sul suo progetto di Le Metamorfosi di Kafka

Ho scritto una sceneggiatura diversi anni fa, ma la bellezza di Kafka è che rimanga in parole, è una storia così piena di parole che quando ho finito la sceneggiatura ho pensato che era meglio rimanesse un libro piuttosto che un film”.

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#DavidLynch è appena salito sul palco! #RomaFF12

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Due dettagli infine sul revival di Twin Peaks. Il primo riguarda la molto attesa (e poco probabile) partecipazione di David Bowie nel ruolo che già interpretò in Fuoco Cammina Con Me.

Fu fantastico lavorare con David Bowie in Fuoco Cammina Con Me, lo volevo anche in queste ultime 18 ore. Lui però mi disse subito che non avrebbe potuto, non capii perché, ora ovviamente lo capisco. È una cosa triste. All’epoca qualcuno lo fece stare male per l’accento della Louisiana che aveva messo su per la parte, così adesso mi pregò di mettere al suo posto un vero attore della Louisiana con un vero accento, io ho fatto così, ma alla fine suonava esattamente come Bowie”.

Nella serie Lynch stesso interpreta Gordon Cole, un agente dell’FBI con un problema di sordità, il nome viene da un personaggio di Viale Del Tramonto, uno dei film che Lynch ama di più assieme a Lolita di Kubrick e 8 e mezzo di Fellini.

In Viale Del Tramonto ad un certo punto Cecil B. De Mille dice “Chiamatemi Gordon Cole al telefono!”. All’epoca Billy Wilder, regista del film, lavorava alla Paramount e per arrivarci sia da Est che da Ovest dovevi passare attraverso due strade: la Gordon e la Cole. Sono sicuro che ha preso il nome da lì”.

Infine una sola battuta sugli scandali hollywoodiani che stanno uscendo, sentiremo rivelazioni che la riguarderanno?

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