In occasione dell’uscita di Top Gun: Maverick, Deadline è andato alla ricerca dei segreti dietro la fibra, l’energia e la professionalità di Tom Cruise chiedendo un commento a chi con l’attore ci ha direttamente lavorato, da registi a produttori. Cos’è che ha reso Tom Cruise la super star che è oggi?

Ve ne proponiamo una selezione a seguire.

tom cruise mission: impossible

Top Gun: Maverick, Jerry Bruckheimer sul durissimo allenamento degli attori

Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick)

Ho avuto modo di lavorare con un certo numero di attori che hanno avuto successo e lunghe carriere, e Tom è al primo posto. Affronta ogni giorno con l’entusiasmo del suo primo film e con l’impegno di come se fosse l’ultimo, il che è un ottimo atteggiamento; non dà nulla per scontato, dà il 110% ogni singolo giorno. Sono sconvolto dal fatto che dopo 40 anni di carriera ami ancora quello che fa e non accenni a fermarsi. Sembra che in realtà stia accelerando, che è pazzesco.

Ricordo che una volta Tom chiese a Glen (Powell): “Che tipo di carriera vuoi?“. Glen  rispose: “La tua carriera, Tom“, così Tom gli disse: “Come credi che abbia fatto?“. Glen rispose: “Scegliendo grandi ruoli” e Tom ribatté: “No, non si fa così. L’ho fatto scegliendo grandi film. Poi ho preso i ruoli e li ho interpretati al meglio delle mie forze“. Quel consiglio lo mandò fuori di testa.

 

Cameron Crowe (Jerry Maguire)

In una scena chiave del film, Maguire prega sua moglie (Renée Zellweger) di dargli un’altra possibilità davanti a una folla di donne dal cuore infranto:

Oh, Tom non vedeva l’ora di girare quella scena. Ero un po’ nervoso per alcune delle battute come: “Mi completi“. Era un po’ un’arma a doppio taglio, se sbagli a dirla, è la prima cosa che tagli. Lui mi disse: “Voglio dire ‘Ti amo’ in questo film e voglio farlo con quella battuta“. Alla fine riuscì a dirla perfettamente alle due di notte alla fine di una lunga settimana.

 

 

 

Ha poi raccontato di come abbia mostrato vicinanza al bambino scelto per interpretare un ruolo che decise di abbandonare il film lasciando il posto a Jonathan Lipnicki:

Tom restò in contatto con la madre del bambino che volle essere sostituito. Tom gli scrisse, gli telefonò e gli spedì dei regali. Lo so perché sua madre mi chiamò per dirmelo. Andai da Tom sul set per dirgli che non credevo alle mie orecchie e Tom mi rispose: “Beh, non voglio che quando quel bambino crescerà penserà ai film sentendosi deluso per quello che è successo. Voglio che ami il cinema“.

 

Doug Liman (Barry Seal – Una storia americana)

Durante le riprese ho vissuto con Tom, e questo significa lavorare sette giorni su sette. Non importa quanto tu prenda seriamente il tuo lavoro, visto che sono uno che lavora tanto, ma non è nulla paragonato a Tom. Dopo 40 o 50 giorni d riprese ininterrotte ci stavamo avvicinando al fine settimana del 4 luglio. Il suo compleanno era il 3 e perciò pensavo che visto che sarebbe stato un weekend di festa, magari Tom sarebbe voluto andare a festeggiare da qualche parte. Glielo chiesi e lui mi rispose: “No, visto che abbiamo il giorno libero il 3 luglio, potremmo approfittare per andare a quell’incontro di otto ore sull’aviazione a cui non abbiamo ancora partecipato“. Io ero stanco morto: “Vuoi partecipare a una riunione di 8 ore il giorno del tuo compleanno?” e lui: “Sì, è quello che voglio fare. Voglio lavorare a un film, è il miglior regalo possibile“. Alla fine non soffiò neanche le candeline.

[…]

Vivere con Tom Cruise mi ha dato l’idea per un film in cui ti ritrovi nel corpo di Tom Cruise e devi vivere come lui per un giorno. Quando si sveglia ha così tanta energia, è una macchina da guerra quando bada alla casa. Non avevamo alcuna persona addetta alle pulizie per motivi di sicurezza, perciò dovevamo pulirla noi. Prendeva continuamente delle padelle che avevo già pulito e mi diceva: “Questa non è pulita“.

Sul film che lui e Cruise gireranno nello spazio:

La cosa su cui siamo d’accordo è che non siamo interessati a un film girato nello spazio per il gusto di farlo. La nostra intenzione è girare un film che sia così bello da superare critiche inevitabili del tipo: “Dovevano davvero andare nello spazio per girare quella roba?“.

 

Oliver Stone (Nato il quattro luglio)

Per le prime scene ero preoccupato perché non lo avevo visto lottare. Mi disse che sapeva farlo, ma mi è stato detto un sacco di volte dagli attori, poi arrivi sul set quando non hai un caz*o di minuto libero e scopri che non sono in grado. Ero preoccupato ma lui mi disse: “Fidati di me e non mettermi pressione, lo faccio già da solo“. Aveva ragione, sapeva lottare molto bene. Mai dubitare di Tom Cruise è stata la lezione che ho imparato.

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