Sarà presentato oggi alla Barlinale Small Things Like These, film diretto da Tim Mielants (Peaky Blinders) che torna a fare squadra con Cillian Murphy per il lungometraggio d’apertura del 75° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

Il regista, già legato a Murphy per Peaky Blinders e per il progetto Shyda poco annunciato – ha parlato a THR del film e di cosa lo abbia colpito del continuare a lavorare con Murphy, specialmente dopo il fenomeno Oppenheimer, descrivendo l’attore come uno dei pochi ad avere la sensibilità giusta per lavorare a questa storia, profondamente irlandese, e come uno dei migliori esponenti della sua categoria sulla faccia della terra:

Io e Cillian volevamo tornare a lavorare insieme da un po’ di tempo dopo Peaky Blinders. Abbiamo cercato storie e temi che volevamo veramente affrontare insieme. Ma tutto questo era pre-Oppenheimer. Mentre parlavamo di varie idee da poter affrontare insieme, lui e sua moglie sono venuti da me con il libro di Claire Keegan. Ed è stato qualcosa che, a livello di tematiche affrontate, sentivo di capire a fondo, almeno a livello personale, quindi ho accettato.

Abbiamo iniziato a scriverlo e svilupparlo e poi è arrivato Oppenheimer. Cillian era occupato con quello e altri progetti. Durante la produzione di Oppenheimer, Cillian ha incontrato Matt Damon e da subito hanno legato. Matt si è mostrato da subito entusiasta del progetto ed è voluto salire a bordo producendo il film con la sua Artists Equity (insieme a Ben Affleck), e così tutti i pezzi sono andati al loro posto.

Ha poi aggiunto:

Credo fortemente che si possa comunicare tutto quello che è necessario anche solo attraverso l’obiettivo (senza dialoghi), solo attraverso le immagini, se sei in grado di capire per bene cosa passa per la testa di un personaggio. Considero Cillian uno dei migliori attori sulla faccia della terra, non devi dirgli molto o dargli troppe indicazioni.

Per me la storia era molto personale e gli ho chiesto di provare a fare lo stesso, renderla sua, trovare una connessione con il personaggio e la storia. Non gli ho mai detto come recitarla, ho solo condiviso le mie fragilità con lui. Penso che questo si vedrà nella sua performance.

Sono interessato a questo tipo di personaggi maschili [riguardo il diverso tipo di mascolinità – irlandese -rappresentata sullo schermo, diversa dalla quale siamo abituati], perché sono quelli a cui mi ispiro. Sono interessato a mostrare quel tipo di vulnerabilità. Anche quando ho girato peaky Blinders con Cillian, abbiamo cercato di trovare della vulnerabilità in Thomas Shelby. Dal mio punto di vista non c’è niente di più normale e giusto.

Small Thinks Like These è l’adattamento dell’omonimo romanzo storico di Claire Keegan (pubblicato in Italia come “Piccole cose da nulla”) e segue la storia di Bill, marito, padre e mercante di carbone nell’Irlanda del 1985 nella città di New Ross. Durante uno dei suoi giri di consegne si rende conto che uno dei conventi locali è in realtà una crudele istituzione che rinchiude tra le sue mura le cosiddette donne e ragazze “cadute” considerate impure perché orfane o per lo stile di vita che conducevano. La sua reazione a questa scoperta lo porterà a confrontarsi con la dura realtà che nasconde non solo il convento ma anche la sua città natale e la sua stessa vita.

Il romanzo storico della Keegan prende spunto dal fenomeno delle Case Magdalene, istituti femminili sorti in Inghilterra e Irlanda nel corso del XIX secolo, apparentemente case di accoglienza per ragazze orfane ma in realtà crudeli luoghi di “riabilitazione” per donne considerate “peccaminose” per situazioni o stili di vita in contrasto con le allora norme sociali.

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