Non è la prima volta che Nicholas Meyer, regista del leggendario Star Trek II – L’ira di Khan, coglie l’occasione di criticare in maniera aperta i film della saga diretti da JJ Abrams, soprattutto il secondo, Into Darkness, che secondo molti è una sorta di malriuscito remake proprio dell’ira di Khan.

Nel libro The Fifty-Year Mission: The Next 25 Years, una oral history dedicata a Star Trek scritta da Mark A. Altman e Edward Gross, possiamo anche leggere quello che Nicholas Meyer ha da dire sulle pellicole di JJ Abrams che, a suo dire, non hanno colto l’essenza di quello che Star Trek, e i suoi personaggi, dovrebbero essere:

Amo Benedict Cumberbatch. Amo Sherlock. E l’ho adorato in Parade’s End. Ho pensato che fosse fantastico, ma devo confessare che non capisco questi nuovi film di Star Trek. Immagino che forse potrei sembrare solo un vecchio brontolone o qualcosa del genere, ma non sembrano avere nulla a che fare con ciò che rendeva Star Trek realmente coinvolgente. Non credo che vedere Spock picchiare qualcuno senza sosta catturi l’idea di Spock come personaggio; sembra solo un po’ sciocco. E, sai, Khan è Khan. Non capisco come chiunque altro possa interpretare questo personaggio senza essere Ricardo Montalban. Hanno molte cose prive di senso per me. Non le capivo e in qualche modo non capisco nemmeno di cosa parlino quei film. Capisco di cosa parla Star Trek II; parla di amicizia, vecchiaia. Parla di morte. Capisco di cosa parla il IV: è un racconto ecologico che ci ammonisce. E capisco di cosa parla il VI. Ma a parte fare tutte le cose che la gente si aspetta da un film di Star Trek, non capisco di cosa parlino quei film. Credo che la differenza tra un omaggio e una copia sia che in un omaggio si dovrebbe aggiungere qualcosa. Dovrebbero cercare di fare qualcos’altro oltre che cercare di rifare Star Trek II.

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FONTE: Via Screen Rant

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