Non si sa ancora nulla di ufficiale sulle motivazioni dietro all’addio di Victoria Alonso ai Marvel Studios, avvenuto repentinamente venerdì scorso e rivelato solo lunedì. La produttrice rivestiva uno dei ruoli più importanti in assoluto all’interno dell’azienda, e vi lavorava da 17 anni, contribuendo fin dall’inizio a mettere insieme l’Universo Cinematografico Marvel, il franchise che finora ha incassato di più nella storia del cinema.

È stata Alonso a decidere di andarsene o è stata invitata a farlo? Nelle ultime ore sono arrivate voci contrastanti a riguardo. In molti si sono affrettati a evidenziare il tempismo di quanto accaduto: poco dopo, cioè, la performance deludente di Ant-Man and the Wasp: Quantumania al box-office. C’è chi afferma che sia stata Alonso a lasciare, frustrata da una serie di scelte che non condivideva, e chi invece ritiene che il suo addio sia legato ai crescenti malumori nell’industria degli effetti visivi, dalla quale negli ultimi anni sono scaturite numerose polemiche e proteste, l’ultima delle quali proprio rivolta verso i Marvel Studios. A gennaio, Vulture aveva dedicato una lunga inchiesta alle condizioni di lavoro degli artisti degli effetti visivi nei diversi studios che si occupano della post-produzione dei film dei Marvel Studios. Nell’articolo si citava Alonso, e si parlava di una blacklist compilata da lei (blacklist che però veniva smentita categoricamente da un portavoce dei Marvel Studios).

victoria alonso marvel studios

Ieri Chris Lee, senior reporter e autore dell’articolo di Vulture, ha rincarato la dose su Twitter:

Così tante fonti dal mondo degli effetti visivi mi hanno detto che Victoria Alonso è stata personalmente responsabile per l’ambiente di lavoro tossico alla Marvel: una kingmaker che ricompensava la fedeltà indiscussa con una valanga di lavoro, ma gestiva anche la blacklist che lasciava allucinati nel terrore i grandi professionisti degli effetti visivi.

Aveva una quantità incredibile di potere, interenendo su tutte le più grandi decisioni creative dei film e delle serie tv marvel. “Kevin Feige e Victoria Alonso approvano personalmente ogni singola inquadratura, tutti gli effetti visivi, cosa che solitamente viene fatta dal regista o dallo showrunner,” mi spiega un tecnico.

“La persona principale di cui hanno tutti paura è Victoria Alonso,” spiega un altro tecnico. “Se le piaci, lavorerai e farai strada nell’industria. Se la fai arrabbiare in un qualsiasi modo, verrai escluso”.

Ma Joanna Robinson, giornalista di The Ringer che da quattro anni sta intervistando gli impiegati della Marvel per realizzare un libro, smentisce categoricamente quanto detto dal collega:

È l’esatto opposto di quanto ho sentito da ogni persona che abbia lavorato con lei. Mi sembra una pessima descrizione. Chris ha fatto un lavoro grandioso nel raccontare le condizioni di lavoro a Hollywood nel settore degli effetti visivi, e in particolare alla Marvel, e so che le sue fonti anonime sono sinceramente preoccupate, ma vi dico che Victoria non si comporta così.

C’è chi dice che Alonso, donna di origini argentine apertamente gay che negli anni si è molto esposta anche sulle scelte della stessa Disney, sia stata un capro espiatorio dopo il recente insuccesso di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Si tratta di una visione un po’ riduttiva: basti pensare che il film precedente, Black Panther: Wakanda Forever, è stato candidato all’Oscar proprio per gli effetti visivi.

Un’idea chiara di quanto accaduto non potremo farcela finché non sapremo effettivamente com’è andata e, soprattutto, quale direzione prenderà la carriera di Alonso ora. È infatti assolutamente possibile che si sia trattata di una scelta personale della produttrice che, non vedendo opportunità ulteriori di crescita all’interno dei Marvel Studios (rispondeva a Kevin Feige e Louis D’Esposito), potrebbe aver deciso di intraprendere un’altra strada.

Vi terremo aggiornati!

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