Victoria Alonso, tra i dirigenti di spicco dei Marvel Studios e produttrice esecutiva di numerosi film e serie tv della compagnia, lascerà il suo incarico dopo 17 anni. La notizia è stata confermata martedì sera, ma Alonso ha lasciato la Marvel venerdì scorso: non sono note le motivazioni, né quale sarà il suo prossimo impiego.

Alonso si era unita ai Marvel Studios nel 2006 come capo della divisione effetti visivi e post-produzione, ed è stata coinvolta nel lancio di Iron Man (2008) come co-produttrice. Ha mantenuto questo ruolo per Iron Man 2, Thor e Captain America: il primo vendicatore, venendo poi promossa produttrice esecutiva in Avengers. Da allora ha continuato a crescere all’interno della compagnia, lavorando fianco a fianco con il co-presidente Louis D’Esposito e arrivando nel 2021 alla carica di President, Phyisical and Postproduction, VFX and Animation Production: dirigeva insomma tutto il reparto dedicato alla post-produzione e agli effetti visivi dei film e delle serie tv dei Marvel Studios. Nel frattempo la compagnia è stata acquisita dalla Disney e l’Universo Cinematografico Marvel è diventato il franchise con gli incassi più alti della storia del cinema.

È stata produttrice esecutiva dei tre film usciti nel 2022 (Doctor Strange nel multiverso della follia, Thor: Love and Thunder e Black Panther: Wakanda Forever, candidato all’Oscar per i migliori effetti visivi) e di serie come Loki, Ms. Marvel e lo speciale di Natale dei Guardiani della Galassia. È stata anche produttrice di Argentina, 1985, candidato all’Oscar come miglior film internazionale.

Recentemente ha prodotto a livello esecutivo Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che ha attirato diverse critiche da parte della stampa e dei fan, in particolare per gli effetti visivi: è possibile (ma per il momento è pura speculazione) che il suo addio sia legato proprio ai risultati deludenti del film.

Alonso si è sempre mostrata estremamente appassionata del franchise Marvel, oltre a essere stata promotrice di una maggiore diversificazione all’interno della Disney, sbilanciandosi poi durante la questione della legge Don’t Say Gay promulgata in florida.

Fonte: THR

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