Durante l’intervista con BadTaste.it, il regista Daniel Espinosa ha rivelato di aver voluto coinvolgere alcuni scienziati ed esperti per realizzare Life – non Oltrepassare il Limite nella maniera quanto più realistica possibile.

Tra le personalità che hanno lavorato al film c’è il Dr. Adam Rutherford, esperto di microbiologia nello Spazio di Londra, che ha risposto ad alcune nostre domande nell’ambito della presentazione internazionale del film.

Come sei stato coinvolto nel film?

Avevo lavorato ad alcuni film prima di questo, come consulente scientifico, il più recente era stato Ex Machina. Il team degli effetti visivi dietro quel film ha lavorato anche a Life, e così mi hanno chiesto se potevo aiutarli a pensare al design dell’alieno e lavorare con gli attori.

Quanto è stato importante il realismo in questo film? E come sei stato coinvolto su questo aspetto?

Il realismo era fondamentale. La storia è ambientata in un futuro molto vicino, ed è basata su missioni reali e astronavi realmente esistenti. Abbiamo lavorato duramente per rendere la biologia e l’evoluzione dell’alieno ancorate alla scienza. Volevamo essere sicuri che in nessun momento sembrasse un “linguaggio scientifico incomprensibile”, o semplicemente nonsense completamente privo di senso. Volevamo che le decisioni dell’equipaggio fossero basate sul mondo reale, che loro avessero a che fare con una minaccia reale. Quindi tutto l’equipaggiamento doveva essere reale o plausibile. La biologia dell’alieno è una versione “estesa” della biologia reale. Tutte queste cose avrebbero reso il pericolo ancor più convincente.

Pensi che una situazione come quella esposta nel film potrebbe davvero succedere, magari con un virus o un batterio?

Gli scienziati hanno dei veri protocolli da applicare nel caso incontrassimo veramente una forma di vita aliena: contenimento, firewall che prevengano infezioni o minacce alla vita umana. I nostri sistemi immunitari si sono evoluti per affrontare i patogeni conosciuti, quindi in quel senso una specie totalmente aliena rappresenterebbe una vera minaccia esistenziale. Ecco perché in Life la scoperta e tutti gli esperimenti vengono confinati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale: per proteggerci. Ma come sostiene uno dei personaggi: la vita trova comunque la sua strada.

E quanto è vicina la scienza a trovare alcune prove definitive della vita fuori dalla Terra?

25 anni fa conoscevamo solo 9 pianeti nell’Universo. Il 1 marzo è stato scoperto il 3.500esimo. La settimana scorsa, la cosiddetta zona Goldilocks dei pianeti è stata ampliata, il che significa che ora più pianeti vengono considerati possibili candidati per ospitare la vita. A oggi la vita esiste solo sulla Terra. Ma sempre più scienziati ritengono sarebbe sorprendente non trovarla anche altrove.

Qual è il tuo film fantascientifico preferito, e perché?

Troppi per poter scegliere. Ex Machina ha un posto particolare nel mio cuore, in quanto ci ho lavorato ed è una pietra preziosa perfetta. 2001: Odissea nello Spazio, naturalmente, è uno dei film migliori di tutto i tempi. Ma amo anche Contact, che mostra come degli scienziati reali scoprono dei segnali alieni nello spazio, e come reagisce la popolazione umana. Inoltre, Aliens – è così forte da sembrare irreale!

 

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

La pellicola, basata su una sceneggiatura di Paul Wernick e Rhett Reese (Deadpool), segue la storia di un equipaggio di una stazione spaziale che trova dei particolari segni di vita su Marte. La loro scoperta, tuttavia, dimostrerà di essere più intelligente e scaltra del previsto. David Ellison e Dana Goldberg hanno prodotto il progetto insieme a Bonnie Curtis e Julie Lynn.

Classifiche consigliate