Il nuovo film di Gabriele Mainetti ha ultimato le riprese e tra poco terminerà anche il montaggio

Come già annunciato Gabriele Mainetti è al lavoro su un film di kung fu ambientato a Roma, le riprese sono partite a maggio e sono da tempo terminate. Nel film recitano Sabrina Ferilli, Luca Zingaretti e Marco Giallini anche se sembra che i protagonisti siano Enrico Borello (già visto in Settembre e Lovely Boy) e Liu Yaxi, il cui credit precedente è stato fare da controfigura per la protagonista di Mulan della Disney. È una performer marziale e qui si può vedere un reel che illustra le sue capacità.

La storia secondo la sinossi ufficiale è:

L’incrociarsi di due anime molto diverse. Una è quella del figlio di un proprietario di ristorante sommerso dai debiti che è sparito con la sua amante. L’altra è quella di una donna giovane e misteriosa che è appena arrivata nella capitale alla ricerca di sua sorella scomparsa. Uniti dal destino, i due si ritroveranno catapultati nel sottobosco del ventre criminale di Roma. Per sopravvivere, dovranno lottare fianco a fianco in una travolgente avventura senza esclusione di colpi, lottando contro armate di criminali senza scrupoli, ma, soprattutto, contro radicati pregiudizi e diversità culturali.

Nel corso della promozione di Elf Me, il film di Prime Video che ha scritto e prodotto, il regista ci ha raccontato le sue prime impressioni sul film e la difficoltà nel trovargli un titolo.

Si intitola ancora Kung-fu all’amatricana?

“No”

Grazie a dio!

“Trovare un titolo è difficilissimo. Pensa a Lo chiamavano Jeeg Robot, adesso è un film rispettato e amato ma non è che il titolo sia eccezionale…”

Che data di uscita pensi possa avere?

“Direi tra un anno. A settembre. La distribuzione [Vision ndr] farà le sue valutazioni, io comunque il film finirò di montarlo tra un mesetto, poi dopo vediamo. Ci sarà tutta una interlocuzione imponente tra me e Mario Gianani [CEO di Wildside, che ha prodotto il film ndr] per dargli un perché. Poi non so, cioè io non ho mai fatto un film con un altro produttore che non sia me stesso”.

Vabbè ma a quel punto avrai girato quel che dovevi girare.

“Sì, ovviamente quello è il grosso di ciò che si doveva produrre. E se è girato ormai è prodotto. Però c’è sempre il montaggio, che fa paura. Taglia qui, questo è troppo lungo, leva questo, metti quell’altro…”.

Hai girato molto?

“Non direi. L’ho rivisto l’altro giorno il film e devo dire che va come una spada, va dritto che è una bellezza. Rispetto a Freaks Out è molto più semplice e diretto”.

È venuto come volevi o ci sono stati diversi compromessi durante le riprese?

“È stato un percorso diverso rispetto a Freaks Out, non lo riesco ancora a giudicare. Sono rimasto scottato dall’ultima esperienza, non voglio esagerare a tenere al film. Sta lì. Non gli voglio “troppo” bene, perché poi non voglio soffrire. Quindi non riesco ancora a giudicarlo. Sono in una fase diciamo di distacco. Cioè magari ho fatto una scena distruggendo qualsiasi cosa, mettendoci tutta la mia energia e poi al montaggio se non mi piace la taglio. Senza problemi. Anche se ci ho messo due giorni. Frega un cazzo. Lo voglio approcciare così perché è l’atteggiamento più utile”.

Ci sono elementi di fantastico nella storia?

“No”.

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