Dopo Gabriele Mainetti, è Carlo Verdone il nuovo ospite di Francesco Alò nella videointervista “A casa di Alò”. L’occasione è la recente uscita, su Prime Video, della serie Vita da Carlo, dove Verdone interpreta una versione molto affascinante di sé stesso: un regista settantenne in crisi con il suo produttore, abbandonato dai figli grandi, isolato nella sua bella casa di Monteverde Vecchio a Roma.

La prima incursione nel mondo della serialità nella lunga carriera dell’attore/regista, nata quasi per caso, da quando:

…ho cominciato a riflettere su quante esperienze, quanti episodi incredibili mi sono accaduti in particolare negli ultimi 15-20 anni e gli ho raccontati a Menotti e Nicola Guaglianone mentre lavoravamo alla sceneggiatura di Benedetta Follia. Loro due, a mia insaputa, hanno preso appunti e mi hanno presentato due paginette con il cuore di Vita da Carlo, per poi concentrarsi su altri progetti. All’inizio non volevo fare una serie, ma, dopo aver ricevuto l’approvazione di Aurelio De Lauretiis e Amazon, mi sono convinto e rivolto così al mio sceneggiatore di fiducia, Pasquale Plastino, e ad altri due giovani colleghi, Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni, per ampliare lo script di partenza. La fase di scrittura è stata scorrevole e veloce, perché avevamo tanto materiale a disposizione: le idee di Menotti e Guaglianone, le cose che ho aggiunto io personalmente a partire dai miei ricordi e quelle invece completamente inventate.

Vita da Carlo è una serie dalla forte impronta autobiografica, ma quanto di “autentico” e quanto di “costruito” c’è al suo interno?

C’è molto del vero me, ma alcuni aspetti sono invece romanzati, come il rapporto coi figli: nella realtà è affettuoso, mentre nella finzione, per dargli spessore, l’ho reso tormentato e conflittuale. In generale, il personaggio della figlia, interpretato da Caterina De Angelis, figlia di Margherita Buy, assomiglia un po’, nel suo continuo viaggiare, a mia figlia Giulia, cha studiato in Germania e poi ha lavorato spesso all’estero. Ma gran parte di quello che avviene nella serie è vero, a partire dalla scena con cui si apre il sesto episodio, dove scopriamo che nel sepolcro di famiglia è contenuta una tomba di una persona sconosciuta.

In un altro momento della serie, il protagonista assiste all’apparizione della Madonna; la dimensione religiosa è centrale nell’arco dei 10 episodi della prima stagione, così come nella vita di Verdone stesso:

Ho una spiritualità e mi ritengo un credente, seppur con mille dubbi e ricadute: il mio è un rincorrere continuamente la fede. La scena evoca un ricordo d’infanzia che riguarda mia madre, che da ragazzino ogni venerdì accompagnavo a fare il giro in città per pagare i negozi da cui in settimana avevamo ordinato dei prodotti. In quell’occasione, passavamo sempre per strade in cui si trovava una nicchia con all’interno una statuina della Madonna, dove lei si fermava per fare il segno della croce.

Tra i tanti personaggi della serie in cui è facile rintracciare un corrispettivo “reale”. C’è Ovidio, il produttore del protagonista interpretato da Stefano Ambrogi. “È un mix tra Aurelio De Laurentiis, in particolare nel suo chiodo fisso ‘il pubblico vuole ridere’ (senza arrivare agli estremi del personaggio finzionale) e Maurizio Amati [produttore esecutivo della serie], nella voce e nei modi“.

Per quanto riguarda il futuro di Vita da Carlo, Verdone ha ammesso di essere disponibile a realizzare una seconda stagione, ma di stare aspettando al momento notizie più precise, in quanto “il produttore deve parlare con Amazon. In ogni caso, dovremo incontrarci per confrontarci e capire se abbiamo qualcosa di nuovo da dire sul personaggio e che taglio dare ai prossimi episodi: non sarà facile trovare una misura giusta, dopo che nella prima stagione era tutto così misurato e equilibrato“.

Nella lunga chiacchierata, Verdone ha fatto anche un bilancio della propria carriera al cinema, riflettendo su come è cambiata nel corso dei decenni. Potete vederla completa a questo link, è necessario avere un abbonamento plus.

Classifiche consigliate