Anni da cane, la recensione | Roma 16

In un’Italia che sembra travestita da America, in cui le scene sembrano svolgersi secondo rituali americani, in cui le persone sembrano vivere in case all’americana e in cui ad esempio si vede un funerale immaginario con la foto gigante del defunto accanto alla bara come nei rituali americani, si svolge invece una storia italiana che pare vergognarsi di essere tale. Anni da cane è il primo film prodotto da Prime video in Italia e andrà in tutto il mondo come tale, ma non sembra per niente assecondare quella filosofia glocal di Netflix, per la quale è di appeal mondiale ciò che è molto locale. Invece sembra un film tarato su uno sfondo generico e ambientato in un luogo generico.

Lì una ragazza si dà ancora pochi anni di vita, in una sorta di parodia o presa in giro del cinema di malattia terminale, e quindi vuole fare tutto in fretta, ha una lista di punti da svolgere il più pressante dei quali è perdere la verginità. I perché e i per come di tutto ...