La recensione di Aquaman e il regno perduto, dal 20 dicembre al cinema

Essere bravi genitori è la nuova missione dei supereroi. Prima parlavano tra di loro di come mantenere al sicuro il mondo. Ora di come proteggere i figli. Si nasconde un film sulla paternità in Aquaman e il regno perduto. Lo fa sotto quintali di scene d’azione esagerate e dal gusto discutibile come ci si aspetta dopo aver visto il primo capitolo. Solo che questa volta James Wan fa tutto un po’ meglio. Si controlla di più e riesce a far girare il film intorno a quei due o tre temi funzionali a compattare la trama

Proprio come nei Thor di Taika Waititi anche qui c’è un bambinone (Arthur Curry) diventato re senza averne la stoffa. Nella sua vita da casalingo si deve prendere cura di un (vero) bambino, suo figlio, erede al trono e al pari di un McGuffin per la trama. Come in Black Panther il problema della sua seconda vita, ovvero quella da sovrano, è di risolvere l’isolamento di Atlantide aprendosi al mondo. Se i du...