Dire l’indicibile attraverso il caos. Potrebbe sembrare un allievo del cinema barocco di Baz Luhrmann, Jiang Wen, ma solo il nostro occhio occidentale lo si può paragonare al regista di Moulin Rouge. In realtà il caos espressivo nel regista dalla grande carriera d’attore fuziona come mezzo per rivelare le parti meno concilianti della storia del suo paese, i suoi film sono macchine d’intrattenimento pazzesche, dalla grandezza titanica, meccanismi giganti che però vantano sempre qualche ingranaggio fuoriposto, dei dettagli dissonanti che danno alla storia un andamento meno lieto di quello che la musica, i colori e l’umorismo farebbero pensare.

Gone with the bullets si presenta come un trionfo di gioia di vivere, con balli, truffe, fughe d’amore e grande senso di coolness ma tradisce un cuore debole e fragile, si ispira ad un vero fatto di cronaca e lentamente mette in mostra come il perseguitato, massacrato dalla propaganda non avesse egli stesso coscienza d...