La recensione di Black Panther: Wakanda Forever, nelle sale dal 9 novembre

Nel variegato mondo dei film Marvel Black Panther: Wakanda Forever conquista lo scettro cui sembrava anelare già dal precedente film, quello di film più serioso, meno divertito, più politico e soprattutto più militante.

Se nel 2018 il primo aveva fatto segnare un momento di grande riscatto per la cultura afroamericana, questo secondo non solo rilancia sul fronte della diversità ma anche su quello del femminismo (lato sul quale nel 2018 la Marvel era ancora abbastanza indietro). L’occasione la dà la morte di Chadwick Boseman che non può che tradursi nella morte del suo personaggio. Gli studios infatti possiedono le immagini dei personaggi, cioè la rappresentazione delle vere persone, e possono quindi celebrare un funerale di finzione per assorbire i mutamenti della vita reale nel mondo di fantasia e continuare il proprio percorso. È un modo di rispettare la scomparsa ma lasciare che lo show continui, come fosse...