La recensione di Bros, la commedia di Billy Eichner e Nicolas Stoller presentata alla Festa del cinema di Roma

Il cinema com’è fa schifo e va cambiato. Ogni film che inizi così (mirabolante come lo faceva Kiril Serebrennikov riguardo il cinema russo in Playing The Victim, ma era anche il mantra dei primi film di Nanni Moretti) è un segno di vitalità del cinema perché afferma che esiste qualcuno che non solo vuole cambiare tutto ma anche scuotere lo spettatore fino a che questa assenza di cambiamento non inizia a notarla. Lo fa Bros, sempre all’inizio, con una dichiarazione d’intenti ben poco mascherata: il protagonista apre questa commedia romantica gay parlando al suo pubblico di come le commedie romantiche gay siano scritte e girate come quelle etero, e quindi siano sbagliate, pigre e al servizio dei pregiudizi del pubblico. Sono passati pochi minuti e già è impossibile guardare qualsiasi altro film a tematica gay come prima. Con questa dichiarazione d’intenti Bros si costringe quin...