Inizia come un road movie scanzonato, dalla premessa seria ma con sempre il momento comico a stemperare la drammaticità del soggetto (una madre sciagurata che cerca qualcuno a cui dare suo figlio appena nato), per poi colpire all’improvviso con un cambio di tono dall’emotività spiazzante. Da quel momento, con un’epifania rivelatrice di una verità emotività devastante, Le buone stelle di Hirokazu Kore-eda ritrova non solo la tipica cifra del suo autore (che nei piccoli momenti di condivisione tra persone trova tutta la bellezza del mondo) ma il senso stesso del film, riuscendo ancora una volta a convincerci della sua preziosa filosofia: essere una famiglia è qualcosa che si può scegliere e costruire insieme, a prescindere dai legami di sangue.
Primo film ad ambientazione coreana del regista giapponese, Le buone stelle racconta di un gruppo di reietti – falliti emotivamente o sfortunati negli affett...
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