La cosa peggiore di Infancia Clandestina, opera prima del regista argentino Benjamin Avila, presentata al Festival di Cannes nella sezione parallela Quinzaine des Realisateurs, è probabilmente il titolo.

Nella frenesia del Festival, in cui ogni giorno vengono proiettate decine di pellicole sconosciute e spesso brutte, era facile lasciarsi sfuggire un titolo così poco accattivante, che a un occhio distratto poteva sembrare nella migliore delle ipotesi un film noioso, nella peggiore la solita storia ricattatoria di infanzia rubata in un mondo di adulti cattivi.

 Per fortuna Infancia Clandestina non è né una cosa né l'altra, ma è un film maturo e intenso che esprime tutta la passione e il coinvolgimento del regista nei confronti della storia (vera, la sua) raccontata. Siamo in Argentina, nel 1979: una coppia di attivisti esiliati a Cuba decide di tornare in Argentina sotto falsa identità per contrastare da dentro lo stato di polizia che...