La recensione di Il derattizzatore, il cortometraggio di Wes Anderson tratto da un racconto di Roald Dahl pubblicato su Netflix

Per il terzo cortometraggio tratto da un racconto di Roald Dahl siamo in una squallida provincia campagnola, un cielo quasi al tramonto e molto scarno, scuro, due negozietti, una pompa di benzina e un pagliaio pieno di topi. Arriverà un derattizzatore e partirà un racconto più su di lui e la sua natura quasi animalesca che sull’attività di liberare il pagliaio dai topi. Fin dall’inizio il quadro si muove come se la pellicola fosse rovinata e non regolare, tutto è particolarmente rovinato come il derattizzatore, un uomo squallido e lercio. Il character design di questo corto è tutto. 

Ralph Fiennes interpreta il derattizzatore e l’idea di fare di lui un uomo topo, unghie lunghe e arcigne, denti sporgenti, occhi completamente neri, innaturali e capelli grigi. È molto di più della descrizione che ne viene fatta nel racconto, è la parte in cui si inserisce <...