Che stile Antonio Capuano! Che mano… Quando inizia Il buco in testa, con un’immagine di un treno in arrivo alla stazione di Milano (e una dedica kitsch ai fratelli Lumiére), si percepisce subito una strana qualità in queste immagini illuminate da luce naturale e riprese in un digitale poco lavorato, molto grezzo, da combattimento. Dovrebbe essere un’estetica povera in teoria, così poco curata e così naturale, invece nelle sue mani con le sole armi della composizione, dello staging, del montaggio (sia interno che non) diventa una scelta ricchissima, una calamita per lo sguardo. Maria Serra è arrivata a Milano da Torre del Greco, cerca qualcuno, un uomo che ha partecipato ad alcuni scontri con la polizia negli anni ‘70. Vediamo però anche il suo passato, recente, quando aveva ancora i capelli lunghi e conduceva una vita senza legami stabili nella sua città, con una madre che arrotonda la pensione con un lavoro faticosissimo e una serie uomini (e ragazzi) che la desiderano.

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