Il legionario, la recensione | Locarno 74

Subito, la prima scena di Il legionario ribalta il clichè più intoccabile del cinema italiano: in uno scontro durante una manifestazione sono i manifestanti ad essere una massa indistinta, mentre i poliziotti, nonostante le divise, sono tutti diversi: hanno reazioni diverse, umanità diverse e si aiutano nel contrasto a ciò che li spaventa e minaccia la loro incolumità. Il punto di Il legionario è proprio di ribaltare lo sguardo ma invece di farlo per sostenere una parte più dell’altra, lo fa per raccontare lo scontro. L’idea cinematografica è che questo contrasto avvenga tutto dentro al corpo del protagonista, cioè che il conflitto vero, quello armato, sia anticipato da uno interiore. Che massacra e tormenta.

Il corpo perfetto per tutto questo è quello di Daniel, un seconda generazione figlio di immigrati, totalmente romano, poliziotto della celere ma dai tratti africani. Viene dal mondo illegale ma lavora per il rispetto della legge. È perfett...