La crociata, la recensione

Dopo Due amici e L’uomo fedele, Louis Garrel con La crociata presenta un nuovo episodio del suo alter ego cinematografico Abel: stavolta il conflitto del suo personaggio narcisista ed egocentrico non è però una questione solamente privata. In La crociata, infatti, la disillusione e lo scetticismo di Abel si scontrano con una questione generazionale (più che di ideali di veri e propri stili di vita e visioni del mondo) e porta Garrel (che ha co-scritto il film con il recentemente scomparso Jean-Claude Carrière) su un piano di racconto altrettanto incisivo e sofisticato, ma che conserva perfettamente allo stesso tempo quella dolcezza e quel senso di umanità difettosa che caratterizzano il suo cinema.

La crociata in questione è quella di Joseph (Joseph Engel), suo figlio tredicenne, ed è una crociata ecologista. Joseph infatti insieme a dei suoi coetanei fa parte di un’associazione internazionale di bambini e ragazzi che ha progettato, senza l’aiuto ...