La recensione di A letto con Sartre, al cinema dal 26 gennaio

A letto con Sartre è scritto, realizzato e recitato con un contrasto bellissimo: quello tra la bassezza morale dei personaggi, o meglio il cinismo che incarnano attraverso i loro gesti (trafficanti di droga spietati, un’attrice omicida) e il loro struggersi – prima comico, poi quasi commovente – per la poesia delle cose quotidiane, per la bellezza inaspettata del vivere. Questo contrasto, sulla carta, è decisamente difficile da ottenere: Samuel Benchetrit tuttavia lo fa scorrere con naturalezza tra le pieghe di una trama esile (è più il racconto di un contesto che una storia vera e propria), riuscendo difatti a creare un film decisamente originale, costellato di momenti di inaspettata comicità e dolcezza dai toni teneramente surreali.

Il microcosmo umano di A letto con Sartre è quello di una rete sfilacciata di conoscenze, parenti e amici in un’anonima città portuale francese. Non è la storia di una comunità, ma...