Il dettaglio più rivelatore di Master arriva quando scopriamo che la protagonista (afroamericana) sì è stirata i caratteristici capelli crespi che invece avrebbe, una volta entrata in un college noto per essere frequentato quasi solo da bianchi. Voleva integrarsi e aveva paura di sembrare troppo afro. Lì sì capisce come a Master non interessi per niente l’effettiva paura, non gli interessa fare bene l’horror e anche la maniera in cui mette in relazione vittima, persecuzione e apparizioni, è generica se raffrontata all’impianto invece formalmente curatissimo che domina in tutte le sue altre parti. È semmai un “afro-horror”, quel genere reso famoso (e di moda) da Jordan Peele, in cui la condizione degli afroamericani in un mondo post-razzista (quello in cui la dinamiche soggioganti tra etnie non sono scomparse ma sono nascoste) è raccontata attraverso una trama fantastica che fa da metafora alle reali oppressioni...
Master, la recensione
Master
18 marzo 2022 su Prime Video
La recensione di Master, disponibile su Prime Video il 18 marzo
La storia di tre donne afroamericane è il racconto del passato razzista sepolto che è pronto ad emergere come l'ipocrisia dei bianchi post-razzisti
- venerdì
- 14:30 BAD Comics
- 16:30 BAD Games: Sand Land
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