La prima di molte eccezionali idee di Mi chiamo Francesco Totti è che non si tratta di un documentario sportivo o sul calcio. È un documentario in cui il calcio è presente ma non racconta quello, racconta una vita. C’è solo quel che è stato importante per Francesco Totti, e anche quelle parti non sono raccontate perché sia chiaro cosa accadde, sono raccontate perché sia chiaro come lui le visse. Chi non conosce la storia della Roma o dell’Italia ai mondiali non uscirà sapendone di più, ma non importa, uscirà avendo compreso perché il giorno che Francesco Totti diede l’addio al calcio si creò quell’emozione collettiva esagerata. Perché fu un evento per una città intera (come per i grandi eventi chiunque l’abbia seguito ricorda dov’era quel giorno) e perché lui stesso lo visse in quella maniera.

Era complesso maneggiare cinematograficamente Francesco Totti. A differenza di molti altri sportivi la sua parabola personale non ha nessuna epica. Non è stata una figura che ha divis...